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Processo Banca Marche, sei pesanti condanne in primo grado

Dieci anni e mezzo a Bianconi: 6 anche le assoluzioni

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Cuochi Ancona
Banca Marche, sede di Jesi
Il Tribunale di Ancona ha emesso il verdetto di condanna di primo grado per sei dei dodici imputati nel processo  sul crack Banca Marche per il reato di bancarotta fraudolenta.
 

Assolti tutti gli imputati invece per il falso in bilancio e prescritti i reati di falso in prospetto ed ostacolo alla Vigilanza.
 
Le pene più alte sono state comminate all’ex Direttore Generale della banca, Massimo Bianconi, 10 anni e 6 mesi, ed al Vicedirettore generale Stefano Vallesi, 9 anni.
 
Sono stati condannati altresì  i manager di Medioleasing, Giuseppe Barchiesi (7 anni e 6 mesi), Daniele Cuicchi (4 anni e 6 mesi), Massimo Battistelli (4 anni e 10 mesi) e Giuseppe Paci (5 anni e 8 mesi).
 
Assolti invece l’ex presidente del cda Michele Ambrosini, ed altri 5 manager ed amministratori Giuliano Bianchi, Paolo Arcangeletti, Bruno Brusciotti, Tonino Perini e Claudio Dell’Aquila.
 
Le parti civili hanno ottenuto una provvisionale fino ad un massimo di 15 mila euro ciascuno in attesa della quantificazione del danno in sede civile.
 
Il processo si è snodato in 4 anni per oltre 70 udienze, durante le quali sono emersi documenti e condotte che riguardano la gestione commissariale, sino a quel momento ignoti a tutti posta l’apposizione del segreto d’ufficio imposto dal Decreto Salva banche sulla procedura commissariale della banca.
 
In questo processo si trattava dei finanziamenti ai grandi costruttori tra cui il gruppo Lanari che è intervenuto sull’area ex Sacelit di Senigallia ed ammontanti nel loro complesso ad oltre 400 milioni di euro, ma il buco globale della Banca ammonta a fine gestione commissariale a 2,3 miliardi di euro.
 
“Finito questo capitolo adesso punteremo diritti verso chi in questo processo non è stato imputato– chiosa l’avv. Corrado Canafoglia legale dell’Unione Nazionale Consumatori che ha patrocinato 3.200 azionisti quali parti civili – ora puntiamo diretti e senza alcun timore reverenziale a chi in questo processo non è stato neanche indagato”.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
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