Ha patteggiato il senigalliese accusato di truffa e peculato a danno di ASUR Marche
L'azienda aveva chiesto cinquantamila euro di risarcimento: contestato al dipendente di lavorare in proprio e "in nero"
Lunedì 5 dicembre, davanti al Giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Ancona, Dr.ssa De Palma, si è conclusa la vicenda del senigalliese T.C. di 66 anni, ex dipendente ASUR, ora in pensione, accusato di aver lavorato in proprio ed “in nero” durante l’orario di lavoro dipendente, utilizzando autoveicoli della stessa ASUR Marche.
Nel processo penale, si era costituita parte civile l’ASUR Marche richiedendo cinquantamila euro per i danni da assenteismo e danni da immagine all’ente pubblico.
La Procura della Repubblica di Ancona aveva contestato al dipendente il reato di truffa aggravata per aver falsamente attestato la sua presenza in servizio, mentre era invece occupato in attività lavorative estranee, oltre a quello di peculato per aver utilizzato, per dar luogo all’attività illecita, gli autoveicoli di proprietà dell’ASUR, di cui l’uomo aveva disponibilità, reati per i quali rischiava la reclusione sino ad un massimo di 5 anni.
L’ex lavoratore, difeso dall’Avv. Corrado Canafoglia, ha ottenuto il patteggiamento della pena, definita dal Giudice in 7 mesi di reclusione e 300 euro di multa, previo risarcimento dei danni subiti da ASUR Marche nella misura di cinquemila euro.
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