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“Stucchevoli interferenze” alla manifestazione per la pace di Roma

La Scuola di Pace V. Buccelletti era presente il 5 novembre con Rete per la pace subito e ANPI Senigallia

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Manifestazione ad Ancona per la pace in Ucraina

Il giorno, il tempo, lo spazio che aspettavamo da mesi. Sabato a Roma si è riunito, si è fatto vedere e sentire un popolo, anzi, la rappresentanza di un popolo che da mesi a livello locale manifesta la propria sofferenza per il ritorno della guerra in Europa e di una guerra combattuta con parole d’ordine che credevamo non avessero più diritto di esistenza, nel nostro continente, dalla metà del secolo scorso.

Come qualcuno ha ricordato dal palco, si è sdoganato definitivamente il ricorso alle armi per la soluzione di controversie internazionali (ma sappiamo che questo si fa ormai da decenni) e per giunta la retorica della belligeranza, del sacrificio per la patria nel senso deteriore del termine, dei confini… I confini, quanto sono di moda: il nostro vicepresidente del consiglio plaude soddisfatto alla loro difesa nei confronti di qualche centinaio di migranti sfiniti e assetati che chiedono di sbarcare; abbiamo di che essere orgogliosi!

Ebbene, in questi mesi, mentre l’Unione Europea (e di conseguenza il nostro governo), senza colpo ferire, senza uno straccio di tentativo di negoziato, partecipano al riarmo della resistenza Ucraina, mentre la quasi totalità della stampa nazionale si è allineata con quello che sembra l’unico modo di procedere, l’unico possibile e l’unico degno, migliaia di persone si sono mobilitate a livello locale per manifestare il loro dissenso, consapevoli che non potevano bastare sit-in e riunioni partecipate da poche decine di persone. Fra queste, anche la Scuola di Pace “V. Buccelletti” del Comune di Senigallia, la Rete per la pace subito, nata spontaneamente proprio in seguito al protrarsi della guerra in Est Europa, e rappresentanti dell’ANPI di Senigallia hanno partecipato alla manifestazione di sabato.

Il 5 novembre finalmente si è chiarito che il popolo della pace è tutt’altro che ammutolito e messo all’angolo, tutt’altro che sparuto. I temi sono sul tavolo, e intorno a questi temi si è riunita gran parte della società civile, del volontariato, dei lavoratori con i sindacati: il cessate il fuoco necessario per riaprire il dialogo, l’invito al Segretario generale dell’Onu perché si faccia protagonista convocando una conferenza internazionale di pace, la richiesta che l’Italia torni a parlare dell’abolizione delle armi nucleari firmando il trattato TPNW, la necessità di ridurre e non aumentare la spesa militare, di rendere attivo il dipartimento di difesa civile nonviolenta; il tutto coniugato con la prosecuzione del sostegno ai profughi sia interni che internazionali, a chi fugge per non dover imbracciare le armi, a chi in Ucraina promuove iniziative di resistenza civile nonviolenta.

Nessun simbolo di partiti politici. Certo, si sono visti tanti leader. Hanno partecipato, come qualcuno ha ricordato, “da cittadini”. Sicuramente con la speranza di metterci il cappello, ma non si può dire che i manifestanti fossero lì per trovare un’appartenenza politica. Qualcuno è stato contestato, come poteva essere prevedibile. Ma la manifestazione, che ha contato più di 100.000 persone, non è certo stata caratterizzata da questi episodi e da questi partecipanti “illustri”. E’ tutto il resto che conta.

Eppure la narrazione dei principali quotidiani, quando non è apertamente irrisoria, verte principalmente sulla divisione del centrosinistra.

Goffredo Buccini, sul Corriere della Sera riesce a liquidare il tutto come “una macedonia di buone intenzioni, speranze ingenue e falsità”.

Evidentemente siamo tutti degli sprovveduti.

Michele Serra, nella sua “Amaca” quotidiana, dice che “le interferenze di politica interna su un tema di enorme importanza internazionale, oltre a essere meschine, sono anche stucchevoli”.

Esatto! Allora perché la stampa nazionale (capofila il Corriere della Sera, ma anche Repubblica e La Stampa, per non parlare dei quotidiani di destra) riduce tutto al duello Conte-Calenda o alla ricerca di consenso di Conte e di Letta? Non nascondiamoci dietro a un dito. Non è questo il tema. Se ne vogliamo parlare, diciamo che il centrosinistra dovrà confrontarsi con questa piazza. Dovrà chiedersi se continuare a sottovalutare il pensiero di centinaia di migliaia di Italiani (di milioni, stando ai sondaggi) e se cominciare a fare qualcosa di sinistra. Ma il tema, i temi, ieri, erano altri. Come scrive Daniela Preziosi su Domani: “nessuno ha voglia di litigare al corteo della pace, né di oscurare la richiesta di cessate il fuoco con altri titoli”.

Forse entrare nel merito, provare a dissipare la matassa, è troppo scomodo. Meglio continuare con stucchevoli interferenze.

Commenti
Ci sono 2 commenti
stanley 2022-11-08 15:21:48
Concordo con Goffredo Buccini; se Putin avesse attaccato le Marche anziché l’Ucraina pretendendo di annetterle alla Russia ci sarebbe stato bene? Saremmo stati a guardare o avremmo fatto di tutto per opporci e resistere? Come ha detto giustamente Draghi “avremmo resistito a mani nude?” Per me ha ragione Calenda, a Roma ha vinto il qualunquismo
Mario2 2022-11-09 07:22:32
Nella rete del qualunquismo ci siete caduti pure voi mi sa, nel mondo ci sono 20 conflitti ma il casino lo fate solo per l’Ucraina perché “sponsorizzata” dai media.
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