Senigallia ricorda il patriota Girolamo Simoncelli a 170 anni dalla fucilazione
Il 2 ottobre anche la presentazione di un libro su Giuseppe Chiostergi
“Se voi perseguitate le opinioni allora esse diventano sentimenti”.
Non c’è frase che possa spiegare meglio di questa di Vincenzo Cuoco (sui rivoltosi napoletani del 1799) il rapporto tra Senigallia ed il suo martire laico.
Un sentimento appunto che dura da 170 anni, nato per tentare di risacire in qualche modo l’ingiustizia subita da un giovane uomo amante della Repubblica e della Libertà, incarcerato, processato, condannato a morte senza colpa alcuna dalla giustizia del suo sovrano, il Papa re, Pio IX.
Il 2 ottobre 1852 Girolamo Simoncelli, capitano della Guardia civica senigalliese durante i pochi mesi della Repubblica Romana del 1849, dopo tre anni di carcere duro venne fucilato in una Senigallia attonita ma trepidante che da subito ha iniziato a rendergli omaggio clandestinamente. Il Centro Cooperativo Mazziniano si è inserito ormai da molti anni in questo filone di valorizzazione della memoria di Girolamo Simoncelli che quest’anno verrà ricordato domenica 2 ottobre con una pubblica manifestazione articolata in due momenti:
alle 17,30 una corona d’alloro verrà deposta al cippo eretto, nell’attuale via Chiostergi, nel 1952 dall’amministrazione Zavatti in suo onore sul luogo della fucilazione;
alle 18,00 presso la sala conferenze di Palazzetto Baviera verrà presentato il volume
“Giuseppe Chiostergi.Vita di un mazziniano nel Novecento” dei due valenti e noti storici Lidia Pupilli e Marco Severini.
Con questo lavoro promosso dal Centro Cooperativo Mazziniano gli autori presentano un dettagliato ed approfondito studio sulla figura di uno dei più influenti senigalliesi del novecento, dal cui imponente archivio hanno saputo ricavare notizie inedite che ne evidenziano la multiforme ed appassionata personalità.
Personalità che lo ha visto impegnato per tutta la vita nella difesa della libertà dei popoli e della giustizia sociale secondo gli insegnamenti di Giuseppe Mazzini, e proprio come Mazzini Chiostergi ha pagato in prima persona per le sue idee anche vivendo molti anni esule in Svizzera dove si era rifugiato dopo aver perso il lavoro per non essersi piegato al fascismo.
La casa ginevrina Chiostergi-Fussi (Elena Fussi era la amatissima moglie e suo primo sostegno) fu punto di riferimento e rifugio per molti perseguitati dalla dittatura: vi transitarono, solo per ricordarne alcuni, Egidio Reale, Randolfo Pacciardi, Bruno Buozzi , Sandro Pertini.
Giuseppe Chiostergi (repubblicano, mazziniano, antifascista, costituente, europeista) è stato anche il fondatore nel 1948 del Centro Cooperativo Mazziniano che in questi anni ha portato avanti una intensa attività culturale ed un costante impegno per lo sviluppo dell’idea cooperativistica, come stabilito alla fondazione.
Alla presentazione del volume oltre agli autori parteciperanno il prof. Pierre Tuscher, nipote di Giuseppe Chiostergi, e Alessandro D’Alessandro Presidente del CCM.
Per esprimere solidarietà alla città duramente colpita dall’alluvione, il Centro devolverà gli introiti, derivati dalle donazioni per il volume, a sostegno degli alluvionati.
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