“Gestire la protezione civile regionale non è un hobby”
Diritti al Futuro: "no allo scaricabarile sull'alluvione nel senigalliese"
Se il virgolettato riportato dalla stampa: “Alluvione? Non sapevo niente” risponde a verità, diamo atto all’assessore regionale Massimo Aguzzi di essere molto sincero, ma come accade nei sistemi organizzativi complessi per i vertici apicali di comando, gli chiediamo di trarre le dovute conseguenze per onestà intellettuale e politica: dimettersi dalla carica di vertice della protezione civile regionale e ritirarsi dalla competizione elettorale per le elezioni in Parlamento di domenica prossima.
Amministrare la protezione civile regionale non è un hobby, dall’efficienza e dall’efficacia dell’assetto organizzativo e dal tempismo delle scelte in caso di emergenza dipende la prevenzione a salvaguardia delle vite umane e dei danni a persone e cose.
Se non sapeva niente, com’è possibile fidarsi in caso di nuove emergenze?
La narrazione emersa sulla stampa delle prime fasi della gestione dell’emergenza innescata dalla piena fluviale del bacino idrografico del Misa e Nevole è stucchevole. Emergono elementi di superficialità, ritardi degli interventi e approssimazione delle stime di previsione dei fenomeni atmosferici e delle conseguenze degli stessi sulla popolazione.
La regione Marche non è in buone mani, chi avrebbe ancora fiducia nelle istituzioni di comando della Protezione Civile regionale nel caso di una nuova emergenza?
Noi no e non possono averla neanche i marchigiani! E come si potrebbe a fronte di un tale disastro gestionale dichiarato candidamente in modo pubblico dall’assessore regionale Aguzzi in queste ore?
Ci risparmino lo scaricabarile.
Utilizzare la tecnica dello scaricabarile sui sottoposti non funziona, almeno politicamente – anche se da più parti viene agita. Chi è all’apice degli assetti amministrativi degli enti locali regionali da sempre si prende oneri e onori e in questo caso l’onere non può essere che quello delle dimissioni dalla carica di assessore regionale e di ritirarsi dalla candidatura alla poltrona di parlamentare. In attesa che la giustizia faccia il suo corso, come sempre, lento e inesorabile.
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