“Alluvione 2022 simile a quella del 1955: serve conoscenza della storia idro-geologica”
Il prof. Giuseppe Santoni: "Vorrei dire 'Grazie' a chi ha diffuso questa interessante foto tramite WhatsApp"
Vorrei dire “Grazie” a chi ha diffuso questa interessante foto tramite WhatsApp. E vorrei anche chiedere all’anonimo autore se è possibile – tramite la Redazione – di farci pervenire la stessa foto con una definizione maggiore (inviandola a redazione@senigallianotizie.it ndr).
Non sfuggirà a chi legge l’importanza della fotografia, alla quale mi sono permesso di apportare delle sovrimpressioni per indicare alcuni piccoli centri abitati della vallata Misa-Nevola, a partire dalla confluenza dei due piccoli torrenti – o forse fiumi – in località Brugnetto, fino alla foce del Misa a Senigallia.
La fotografia evidenzia un tratto alluvionato dal recentissimo evento del 15-16 settembre 2022, che ha moltissimi punti in comune con la gravissima alluvione dell’11-12 settembre 1955 (Misa Amaro, Parte 2ª, p. 83: MISA AMARO. Piogge intense, inondazioni e alluvioni storiche a Senigallia – Parte seconda secolo XX). Se ne differenzia solo per il fatto che nel 1955 le piogge durarono più giorni, invece per la recente alluvione si è parlato di un temporale autorigenerante, cioè di un fenomeno temporalesco che si è autoalimentato a causa del contrasto tra due masse d’aria con caratteristiche termiche e igrometriche differenti: una caldo-umida presente alle basse quote e un’altra più fredda e secca alle quote superiori della troposfera.
In particolare, la convergenza al suolo delle due diverse masse d’aria e la loro divergenza alle alte quote troposferiche, mantiene attivo un intenso moto ascensionale all’interno del cumulo-nembo. Si tratta di un vero e proprio “risucchio” dell’aria, a velocità notevoli, anche superiori ai 50-70 Km/h, che favoriscono il raffreddamento dell’aria umida in ascesa e la successiva condensazione di grandi quantità di vapore acqueo, che vanno ad accrescere ulteriormente le dimensioni della cella temporalesca. Questo tipo di fenomeno è particolarmente pericoloso perché può persistere sulle stesse zone a lungo, scaricando al suolo enormi quantità di pioggia, come in questo evento in cui si è parlato di 400 millimetri di pioggia in alcune ore. Il fenomeno è stato studiato solo di recente dopo l’introduzione dei satelliti per osservazioni meteorologiche. Nei temporali di questo tipo, vedendo le immagini satellitari, le estremità delle nubi mostrano una “forma a V” (V-shaped). L’umidità viene prima sollevata da una corrente ascensionale poi, quando è ormai molto fredda, si espande a ventaglio.
Dalla fotografia, si può osservare come il Misa abbia realizzato da solo il suo naturale bacino di scorrimento, cioè tutto il “suo fondovalle largo e piatto”, che si è costruito nell’arco di tempi geologici molto lunghi, fondovalle oggi irresponsabilmente troppo antropizzato, del quale bisogna prendersi cura in modo corretto.
Ribadisco il concetto già espresso in G. Santoni – R. Morici “Misa Amaro”, Biblioteca Comunale Antonelliana, Senigallia 2021, Parte 1ª, Al Lettore, p. 7 (MISA AMARO. Piogge intense, inondazioni e alluvioni storiche a Senigallia – Parte prima secoli XV-XIX) che “… è importante, prima di innalzare barriere e protezioni al fiume e prima di spendere soldi pubblici in progetti inefficaci, conoscere la storia idro-geologica della zona, non solo di quella del suo passato prossimo […] ma anche quella del passato remoto o remotissimo. Perché è importante, se si vuole essere efficaci nell’azione di governo del territorio, che sia ben conosciuto il presente storico del luogo e degli elementi di cui ci si prende cura; della storia idrogeologica nel caso. Una buona conoscenza dei fenomeni è necessaria per evitare che vengano adottate soluzioni sbagliate e controproducenti.”
Visto che mi sono trovato a citare un mio libro, scritto in collaborazione con Rossano Morici, vorrei dire un grazie anche a quanti dal citato libro attingono intere frasi e immagini.
“Grazie”: se copiano, vuole dire che hanno letto la mia opera, se non per intero, almeno in parte. Vorrei però che dimostrassero correttezza quando clonano, cioè che riportassero gli autori e la fonte delle loro informazioni.
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