Gli Anelli del Potere: Bezos e Amazon scommettono sull’opera di Tolkien
Tolkien forse non avrebbe immaginato che sarebbe diventato così popolare, conosciuto e apprezzato in tutto il mondo
Chissà che cosa penserebbe oggi l’autore del Signore degli anelli, J.R.R. Tolkien circa l’acceso dibattito in rete a proposito delle prime tre puntate de Gli Anelli del Potere, prima serie tv basata e ispirata su The Lord of the Rings. C’è da dire che Tolkien, come autore forse non avrebbe immaginato che a sessant’anni dalla sua morte sarebbe diventato così popolare, conosciuto e apprezzato in tutto il mondo.
Dai libri ai film, passando per i videogames tolkieniani
I suoi libri sono letti da generazioni di appassionati di fantasy e non solo, i film realizzati da Peter Jackson a cavallo tra i primi anni 2000 e il 2010 hanno ottenuto un successo unanime di critica e di pubblico, motivo per cui, otto anni dopo l’ultimo capitolo della saga Lo Hobbit, Amazon (con un ruolo centrale di Jeff Bezos nell’operazione) ha deciso di produrre e realizzare la prima serie tv ispirata e tratta da The Lord of the Rings. Epopea letteraria che ha ispirato nel corso del tempo, giochi di ruolo e di carte, videogiochi, illustrazioni e libri per l’infanzia, visto il tema e l’epicità delle vicende narrate da Tolkien in quelle che restano le sue opere più conosciute e amata dal grande pubblico.
Il periodo in cui Il Signore degli Anelli è stato un cult book poco conosciuto
Tuttavia chi ha vissuto durante gli anni novanta, ricorderà certamente come fino alla realizzazione dei film diretti da Peter Jackson, Il Signore degli Anelli venisse considerato poco più che un cult book, conosciuto e amato dagli appassionati del genere, che in Italia però non erano certo una folta schiera, come quella attuale. La realizzazione della prima trilogia tolkeniana, per conto di Peter Jackson contribuì non solo al ritorno del libro in tutte le librerie, come vero e proprio best seller, ma anche per quanto riguarda i giochi e i videogames ispirati e ambientati nella Terra di Mezzo. Sierra Entertainment, dopo una disputa legale non semplice, realizza infatti nei primi anni 2000 un adattamento di La compagnia dell’Anello, primo episodio e capitolo del Signore degli anelli, con il gioco che è però basato sul libro, non sul film.
I videogames ispirati e tratti dal Signore degli Anelli
Difficile fare una lista attendibile di tutti i titoli ufficiali e non dedicati al Signore degli anelli, ma è importante conoscere quelli più conosciuti e amati dagli utenti e dai gamers.
Il primo gioco è infatti The Hobbit, del 1982 sviluppato da Beam Software per conto di Melbourne House. Un vecchio gioco per Commodore 64, Amstrad e Apple II. Durante gli anni duemila invece sarà Vivendi Universal a produrre per Nintendo, Xbox, Playstation e PC la trilogia composta da La compagnia dell’Anello, Le due torri e Il ritorno del Re. Come avviene per le saghe cinematografiche anche qui il pubblico e la critica si dividono, tra chi ha amato e giocato a questi titoli e chi invece per una scelta conservativa, preferisce restare fedele all’opera di Tolkien, con qualche concessione per giochi di carte e di ruolo, ambientati nella Terra di Mezzo. Sotto certi punti di vista questa diatriba ricorda quella dei puristi del poker e dei giochi di casinò rispetto alle attrattive digitali come la roulette online presente sulle piattaforme di gambling odierne.
Le polemiche dei fans sulla serie tv Amazon
Non dovrebbe stupirsi quindi Jeff Bezos e neppure Amazon, se già dopo i primi due episodi, visivamente impeccabili e affascinanti, sono arrivate orde di troll, di haters e di fandom di Tolkien della prima ora, pronti a rivendicare il loro diritto a criticare un’opera sicuramente imponente, ma comunque pensata per un grande e vasto pubblico. Gli Anelli del Potere va visto in effetti come la risposta di Prime Video al successo di HBO del Trono di Spade e del suo ultimo spin off House of the Dragon. Sotto questo punto di vista si tratta di un successo e di un’opera assolutamente azzeccata e riuscita. Attendendo il finale di stagione, che Amazon sta pubblicando a cadenza settimanale, dopo aver pubblicato in simultanea due episodi.
Considerazioni finali
Naturalmente i fan di George R.R. Martin, diranno che si tratta di un mero tentativo per imitare e cavalcare il successo del Trono di Spade, ma per questo genere di prodotti, che sono costati molti milioni di dollari, bisogna attendere e non esprimere un affrettato giudizio. Fermo restando che i fandom di Tolkien difficilmente riusciranno ad accettare riletture e stravolgimenti di personaggi, trame e altri dettagli a loro parare rilevanti. Chi vi scrive ricorda ancora i flame legati alle due trilogie tolkieniane, la prima addirittura discussa sui forum, visto che non esisteva ancora Facebook, come social network. Lo stesso vale per tutti i videogiochi usciti per celebrare il successo del Signore degli Anelli. Alla lunga conterà solo la nostra opinione e quello che riusciremo a trarre da questa imponente opera visiva di intrattenimento. Con buona pace di Bezos, degli haters e dei troll da caverna virtuali che si sono scatenati sui social creando flame infiniti.
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