Padre e figlio travolti da un treno merci a Senigallia: trova riscontro la dinamica
Il giovane sarebbe stato in corsa sui binari. Vano il tentativo del genitore di salvarlo, entrambi sono morti sul colpo
Sconvolge non solo Senigallia, ma anche Valfabbrica e Perugia, luoghi di residenza e lavoro, la eco della tragica notizia della morte di Stefano e Claudio Pannacci, padre e figlio umbri in vacanza sulla Spiaggia di Velluto, deceduti dopo che un treno merci li ha travolti nella serata del 17 agosto, mentre uno cercava di salvare la vita all’altro.
Stanno trovando riscontro le circostanze del terribile investimento ferroviario, attraverso testimonianze dei macchinisti, dei vicini e di quanti si trovavano nella zona di lungomare Mameli, all’altezza di via Goldoni, nelle cui vicinanze la famiglia Pannacci ha una casa vacanze.
Claudio Pannacci, il figlio 26enne, si trovava sui binari, dopo aver scavalcato la recinzione, e stava correndo con l’intento di farla finita. Sui motivi che hanno scatenato l’insensata reazione, gli inquirenti propenderebbero per una lite con i genitori: il 26enne avrebbe avuto dei problemi a livello psicologico. Lo rincorreva, per cercare di scongiurare l’insano gesto, il padre Stefano, 63enne, il cui sforzo è stato vano. Un treno merci proveniente da Bologna non ha infatti potuto far nulla per fermarsi in tempo per non investire padre e figlio, entrambi deceduti sul colpo.
A piangere queste tragiche morti, la moglie e madre delle due vittime, attorno alla quale si stringono quanti li conoscevano, sia a Senigallia, dove la famiglia trascorreva da anni le vacanze, che nella loro Umbria: l’IIS Cavour Marconi Pascal di Perugia, scuola presso cui lavorava Stefano Pannacci, ha affidato a Facebook il proprio messaggio di cordoglio “Con profonda commozione, ci uniamo al dolore della famiglia del nostro caro Professore Stefano Pannacci e di suo figlio Claudio, scomparsi prematuramente in un tragico incidente”.
Da quanto emerge, il treno, ora sotto sequestro come prassi, si sarebbe poi fermato a circa 200 metri dai punti di impatto. Verranno catalogati ed analizzati dagli inquirenti anche i rilievi fotografici, che finiranno nel fascicolo che, secondo le procedure di rito, è stato aperto in Procura sul tragico episodio, i cui contorni appaiono sensibilmente chiari.
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