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“Il destino dell’ospedale di Senigallia dovrebbe riguardare tutti, senza connotazioni politiche”

"E invece qui si continua a guardare al dito e non alla luna..."

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L'ospedale di Senigallia

In questi ultimi giorni si sono succeduti alcuni articoli sulla realtà dell’ospedale cittadino, in particolare del Pronto Soccorso.

Una sorta di carteggio tra il Comitato cittadino a difesa dell’ospedale di Senigallia, il cui ex presidente è l’attuale Sindaco Olivetti, e la Direzione dell’Area Vasta 2.
Un carteggio dal quale il Comitato esce soddisfatto per una situazione, quella del nostro Pronto Soccorso, che sembrerebbe essere risolta.

Nell’articolo uscito in data 27 luglio sulla stampa locale e on line, il comitato affermava alcune cose, onestamente difficili da credere, come il fatto che al medico inviato in Pronto Soccorso tramite ordine di servizio, unico medico in turno, fosse assegnato contemporaneamente il turno in Pronto Soccorso, la guardia interdivisionale in area medica, la guardia del proprio reparto, quella della medicina d’urgenza e dei pazienti Covid presenti in Pronto Soccorso. Si aggiungeva inoltre che al solo medico rianimatore in turno notturno, fossero assegnate la rianimazione, le urgenze in sala operatoria e la guardia notturna del dipartimento chirurgico.

Nessun Direttore Generale potrebbe mai permettere una situazione di questo tipo! Non è necessario essere del mestiere per intuire l’assoluta illegalità della situazione.
Quale l’interesse allora del Comitato a descrivere una situazione inverosimile?
Mirava forse, con il suo articolo, a mettere con le spalle al muro l’Amministrazione dell’Area Vasta 2 e la Direzione Ospedaliera costringendola ad un comunicato?

Il 28 luglio, infatti, arriva puntuale la risposta da parte della Direzione Area Vasta 2, Direzione Medica Ospedaliera dell’Area Vasta 2 e del Dipartimento di Emergenza Urgenza.
La risposta illustra un quadro che descrive la situazione del Pronto Soccorso, affermando che, grazie alla collaborazione di tutte le unità operative, e alla messa in campo dei medici delle cooperative, non solo sono rispettati gli standard di attesa per codice colore assegnato in triage, ma i medici in turno in Pronto Soccorso sono 4 il mattino, 3 il pomeriggio e 2 la notte. Oltre ad elogiare l’abnegazione di tutti i medici e ad affermare il pieno rispetto del piano ferie, ribadisce che si sta occupando delle assunzioni per le unità operative tutte.
Il carteggio si conclude con la grande soddisfazione del Comitato cittadino a difesa dell’Ospedale di Senigallia perché finalmente la situazione è chiara, le dicerie e le chiacchiere sull’andamento del nostro ospedale messe a tacere, e un doveroso ringraziamento alle forze politiche che hanno risolto tutti i problemi! Oltre che esprimere la riconoscenza a tutto il personale sanitario.

Ma davvero il Comitato ci ritiene, cittadini tutti, così stolti da guardare al dito e non alla luna?
Costringere una Direzione ad una risposta e poi utilizzarla a fini politici, non è forse un modo sin troppo banale per affrontare una situazione cosi complessa?
Scendiamo allora nello specifico delle questioni.
Se un reparto deve rispettare il piano ferie e nel contempo inviare medici in Pronto Soccorso con ordine di servizio, come riesce a garantire l’attività ordinaria? Lo avrà fatto forse riducendo i posti letto per le degenze? O riducendo le attività ambulatoriali? L’area chirurgia avrà forse diminuito l’attività di sala operatoria o gli ambulatori? E questi medici delle cooperative chi sono? Specialisti? Medici in pensione? Neolaureati? E quanto costano all’ Asur?
Questioni che evidentemente non sono di interesse del Comitato!
In una cosa sia l’ Asur che il Comitato hanno profondamente ragione, nell’elogiare tutti i dipendenti di questo ospedale che con senso di responsabilità, passione per la propria professione e grande abnegazione, si sono sempre rimboccati le maniche per far funzionare le cose. Dalla Direzione sanitaria medica, al servizio infermieristico, a tutti i primari, ogni medico, ogni singolo infermiere, tutti gli oss e gli ausiliari.
Ma non possiamo tralasciare che questa soluzione adottata per il Pronto Soccorso, rischia di sminuire profondamente la professionalità del medico. Non può e non deve passare l’idea che il medico dell’emergenza urgenza sia una figura “rimpiazzabile” con qualsiasi specialista. Ed è altrettanto svilente per ogni singolo specialista ritrovarsi catapultato in un mondo lavorativo non del tutto suo. La medicina è fatta di specialità singole per permettere ad ogni medico di trovare il suo ruolo e all’utente di ottenere le migliori cure possibili.
Il personale è stanco per questo modo di operare che costringe tanti a turni massacranti e ad un lavoro non scelto. Basta solo affacciarsi in ospedale per capirlo. Dagli occhi. Dai volti. Dalle parole.

La discussione sul presente e il futuro del nostro Ospedale dovrebbe essere al di fuori del dibattito politico in senso stretto, perché la salute riguarda ogni singolo cittadino. E invece l’attuale amministrazione ha basato gran parte della campagna elettorale a parlare di questo ospedale, attribuendo la colpa di tutto all’ex sindaco Mangialardi e al candidato sindaco Volpini. Anche oggi ad ogni tentativo di discussione, la risposta è sempre la stessa “stiamo cercando di sistemare i disastri dei nostri predecessori”.
Vogliamo sottolineare che al Sindaco di allora, Mangialardi, come al Sindaco di ora, Olivetti, non è dato dettare le scelte né dell’Asur né della Area Vasta 2, ha solo una funzione di controllo e di tutela sulla salute dei suoi cittadini.

Continuando a voler guardare alla luna, vogliamo ricordare ai cittadini che in data 18 luglio si è riunita la IV Commissione Consigliare Permanente del nostro Comune che si occupa anche di sanità. Al suo interno membri della maggioranza e dell’opposizione.
Proprio lì, anche alla presenza del Comitato Cittadino in difesa del nostro ospedale, il rappresentante de La Civica, nella persona del dottor Ansuini, che per anni è stato medico in servizio presso il nostro ospedale, ha affermato che il candidato sindaco Volpini sia stata la sola figura presente durante tutto il tempo Covid, gli ha riconosciuto la messa in campo delle Usca, primi tra tutti almeno nella nostra regione, ed ha ricordato che Volpini non fosse Assessore Regionale alla sanità, ma Presidente della IV Commissione Regionale Sanità e Servizi Sociali, il cui ruolo ovviamente non è quello decisionale su organizzazione ospedaliera o territoriale.

Il destino del nostro ospedale ci riguarda tutti, oltre ogni colore ed ideologia politica. In un momento così difficile per tutta la Sanità, nazionale e regionale, per tutti gli ospedali e per tutte le strutture sanitarie territoriali, potremmo certo discutere sulle responsabilità nazionali o regionali, ma a noi sembra più importante fare quadrato per difendere il nostro diritto alla salute e al professionalità di tutte le forze sanitarie in campo.
Noi qui continuiamo a tenere gli occhi sulla luna…

Da Vola Senigallia
Lista Civica

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