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Il problema dell’Italia ai Mondiali: perché gli Azzurri continuano a non farcela

Attacco che non segna. Manager mediocri. Mancata performance nelle partite importanti. Il calcio va avanti ma gli Azzurri no

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Pallone, calcio, allenamenti

Nel 2022 la Nazionale italiana sarà spettatrice alla seconda Coppa del Mondo consecutiva. Dopo aver perso le speranze per mano della Svezia nei playoff di Russia 2018, la squadra di Roberto Mancini aveva molte ragioni per manifestare ottimismo l’anno scorso dopo aver sconfitto l’Inghilterra a Wembley ai calci di rigore, aggiudicandosi l’Europeo.

Quella speranza si è incrinata durante il periodo autunnale in cui l’Italia ha vinto solo una partita alle qualificazioni del Mondiale, per poi definitivamente crollare all’inizio della primavera di quest’anno quando è stata eliminata, sempre nella fase dei playoff, dalla Macedonia del Nord.

Dato che le ultime due occasioni in cui l’Italia si è qualificata si sono concluse con l’uscita nella fase a gironi, il Mondiale di calcio non è stato ultimamente un evento felice per gli Azzurri. L’estate scorsa l’Italia era la migliore squadra d’Europa, ora non è neanche tra le prime 13. Nel 2006 era la migliore al mondo, e nel 2010 non è riuscita a battere la Nuova Zelanda. E se il prossimo Mondiale vedrà gli Azzurri superare la fase a gironi, sarà per la prima volta in 20 anni. Quindi, qual’è il problema? Perché la Nazionale italiana continua a mancare la qualificazione?

Un attacco che non segna

I tifosi italiani avranno preso in considerazione il fatto che la nazionale ha pareggiato nella finale di Euro 2020 con il gol di Leonardo Bonucci, un difensore centrale di 35 anni che non ha proprio il pallino del gol. Nella Nazionale italiana non mancano talenti offensivi. Insigne, Immobile e Belotti sono solo tre dei giocatori altamente qualificati su cui gli scommettitori di maximumcasinos.com punteranno principalmente nelle quote Capocannoniere per gli anni a venire. Ma quando l’Italia aveva semplicemente bisogno di battere la Svizzera in casa e fuori, la Bulgaria e l’Irlanda del Nord, ha segnato solo due gol in quelle quattro partite. Un solo gol a Belfast sarebbe stato sufficiente per battere una squadra nordirlandese che ha dato comunque il meglio, ma l’Italia non ha raggiunto l’obiettivo.

Una lista di manager mediocri

È facile dare la colpa a Roberto Mancini come allenatore per l’ultimo fallimento dell’Italia, e deve certamente assumersi alcune delle responsabilità. Ma bisogna tornare indietro ad Arrigo Sacchi per un trovare un allenatore che ha fatto meglio del suo record del 60% di vittorie. La maggior parte ha ottenuto poco più del 50%, un record di una vittoria su due, e questo inevitabilmente danneggia una partecipazione alle qualificazioni. Alcuni daranno la colpa a un approccio eccessivamente difensivo, ma tra questi allenatori c’è Antonio Conte che raramente sembra avere problemi ad accendere una fiamma offensiva a livello di club. Lo stesso Mancini in Europa è considerato un lungimirante.

Mancata performance nelle partite importanti

Il secondo posto era accettabile nelle qualificazioni del 2018, dove l’Italia ha fatto coppia con la Spagna. Tuttavia, nell’edizione del 2022 gli Azzurri sono finiti dietro la Svizzera. Questo non significa considerare la Svizzera una squadra di poco conto, visto che la sua capacità di giocare come una squadra migliore dei singoli giocatori è qualcosa da cui l’Italia potrebbe imparare. Anche se si ritiene che la qualità dei giocatori sia mancata agli Azzurri negli ultimi tempi, è stata sicuramente una compagine più ricca di quella che la Svizzera ha saputo mettere in campo. Bisogna, quindi, riconoscere che la Nazionale italiana ha problemi ad ottenere risultati nelle partite importanti.

Il calcio va avanti ma gli Azzurri non cambiano

C’è stato un tempo in cui essere sorteggiati contro la Nazionale italiana era un incubo per le altre squadre. Anche se nel periodo tra il 1982 e il 2006 l’Italia non ha vinto trofei, ha poi raggiunto regolarmente le fasi successive delle competizioni, e per gli avversari è stato particolarmente difficile segnare. Un gioco prudente, basato sul possesso palla, può dare frutti soltanto nell’immediato. Ma senza i gol di un Vieri o di un Inzaghi sarà difficile battere le squadre migliori. Ci si aspetta che difensori e portieri dei club più forti facciano passaggi illuminanti, ma l’Italia deve comunque gestire tutto attraverso un regista di centrocampo. E, per quanto Jorginho sia bravo, non è Andrea Pirlo.

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