Morte Andrea Bolchi: amara verità emerge 12 anni dopo tragico incidente a Serra de’ Conti
Una gara clandestina costò la vita al giovane deejay di Senigallia: rinviato a giudizio un maceratese per omicidio colposo aggravato
A distanza da 12 anni dalla sua tragica scomparsa, emerge da una serie di intercettazioni, una sconcertante verità sulle cause della morte di Andrea Bolchi, giovane deejay di Senigallia.
Risale alla notte tra il 29 e il 30 gennaio la morte, in un incidente stradale, di Andrea Bolchi, 28enne all’epoca.
La versione che gli amici presenti sul luogo del sinistro stradale fornirono agli inquirenti, raccontavano che Bolchi sarebbe entrato in collisione a forte velocità con la propria auto contro un albero, posto in prossimità della strada che da Serra De’ Conti si dirige verso Arcevia, senza che alcuno abbia avuto nessun ruolo nel drammatico sinistro.
Questa ricostruzione dei fatti non aveva mai convinto i genitori della vittima, soprattutto in relazione alla presenza degli amici su altre vetture, che seguivano quella su cui viaggiava il figlio da solo. Più volte i genitori hanno chiesto agli amici la verità, in particolare a quello di essi con cui Andrea reputava di avere il legame più forte: ma di fronte alla perentorietà del racconto dei fatti da questi fornito, i genitori di Bolchi si sono arresi, chiusi nel loro dolore, ma con un dubbio, che come un tarlo non dava pace alle loro menti.
Ben dodici anni dopo, quel dubbio si è manifestato in tutta la sua amara certezza.
Da un’intercettazione effettuata dai Carabinieri, per fatti diversi dal sinistro stradale, è emersa una verità taciuta per 12 anni da quei giovani, che oggi, nel 2022, sono uomini.
La tragica notte del 30 gennaio 2010 Andrea non è morto perchè ha sbandato da solo, a causa dell’alta velocità con cui conduceva la sua vettura.
Quella notte tra i ragazzi era in corso una corsa clandestina di auto, con tanto di reciprochi sorpassi a forte velocità, andati avanti sino a quando la vettura condotta da M.P., di Macerata, non agevolò la manovra di sorpasso, limitandosi a rallentare improvvisamente solo pochi istanti prima dell’impatto che fu fatale a Bolchi, ovvero quando si rese conto che il senigalliese aveva perso il controllo della propria auto e stava andando a schiantarsi contro l’albero.
M.P., difeso dall’avv. Pierfrancesco Tasso, è stato rinviato a giudizio immediato su richiesta del PM dr. Paci presso il Tribunale di Ancona, presieduto dal Giudice Moscaroli, per rispondere del reato di omicidio colposo aggravato.
Nel processo si sono costituiti anche i genitori di Andrea Bolchi, assistiti dall’Avv. Corrado Canafoglia.
Il processo è stato rinviato all’udienza del 6 ottobre 2022 per permettere la costituzione in giudizio della compagnia assicurativa, la quale copre la responsabilità civile dell’imputato quale responsabile civile.
“Una triste vicenda, non solo per la morte di un giovane figlio unico, ma anche perché caratterizzata dal silenzio sulla verità portato avanti da anni soprattutto da quello che Andrea reputava il suo amico del cuore, verso cui ho ricevuto dai genitori mandato di agire, anche perché a tutt’oggi nessun amico si è fatto vivo con i genitori di Andrea, neanche per chiedere scusa” – commenta l’Avv. Canafoglia, legale della famiglia.
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