La storia del ponte del Corso presentata al Rotary dagli autori della pubblicazione
Paolo Formiconi e Gianluca Quaglia ospiti del sodalizio. L'architetto Bacchiocchi ha poi illustrato un suo progetto
Un incontro per raccontare un frammento importante della storia cittadina quello organizzato dal Rotary Club Senigallia con Paolo Formiconi e Gianluca Quaglia, autori del libro “Senigallia: storia e immagini del ponte del Corso”.
La pubblicazione, promossa dall’Archivio Storico Quaglia e con il patrocinio del Comune di Senigallia e del Consorzio di Bonifica delle Marche, prende origine dalla costruzione del ponte Angeli dell’8 dicembre 2018, inaugurato il 2 luglio 2021, e si propone di ripercorrere le vicende storiche e sociali, analizzare gli aspetti sociologici e culturali ma anche gli aneddoti e i risvolti nascosti nella vita del ponte dalla metà del 1700 ad oggi.
Introducendo i due relatori, il presidente Mario Massacesi ha spiegato che entrambi vivono a Senigallia e sono grandi appassionati della storia locale nonché profondi conoscitori dei trascorsi della città; Formiconi ha curato numerose pubblicazioni sull’argomento mentre Quaglia ha raccolto nel tempo una ricca collezione di documenti cartacei e fotografie che, nel febbraio 2021, lo hanno portato a realizzare l’omonimo Archivio Storico.
Il fiume Misa – hanno sottolineato gli autori – ha rappresentato per la vita cittadina fonte di sicurezza e di ricchezza ma anche la divisione in due parti della città; ha portato distruzione con le fiumane ma è anche il porto-canale della città che ha consentito lo svolgimento della fiera franca della Maddalena. La vita del ponte, che ricongiunge il centro storico borghese e il quartiere dei pescatori, è legata indissolubilmente alle vicende riassunte nel libro che ricostruisce il divenire dei sette principali ponti che si sono succeduti, dal 1748 ad oggi, nell’attuale sito – chiamato in dialetto il “tàjә” – a causa del taglio alle mura urbiche effettuato con la prima ampliazione settecentesca.
Per un lungo tempo il ponte è stato levatoio per consentire alle imbarcazioni di risalire il canale verso la città; venne poi trasformato in fisso quando la fiera della Maddalena aveva ormai perduto il suo richiamo. Una curiosità riguarda il numero sette. Questo infatti è il numero complessivo dei ponti cittadini che, nel tratto compreso tra lo Stradone Misa e il mare, hanno permesso il passaggio da una sponda all’altra nel corso del tempo.
Una particolare menzione è stata inserita nel libro dai due autori e riguarda l’epigrafe marmorea dedicata a don Raffaele Argentati installata sul 5° ponte nel 1938; andata distrutta durante la seconda guerra mondiale, nel maggio del 1982 ne è stata realizzata una nuova proprio dal Rotary club Senigallia ora collocata sull’attuale ponte nel parapetto lato mare.
Di particolare interesse, al termine dell’incontro, l’intervento dell’Arch. Alberto Bacchiocchi che ha brevemente illustrato un personale progetto alternativo del ponte a suo tempo proposto; una soluzione che si prefiggeva di divenire un elemento dell’identità urbana della città al pari della Rocca Roveresca, dei Portici Ercolani, della Piazza del Duomo, del Foro Annonario e della Rotonda a Mare.
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