Paradisi alla maggioranza di Senigallia: “L’uso dei parchi per fare sport è libero”
"Le norme vanno lette, non evocate distorcendone le interpretazioni"
L’uso di ogni parco pubblico, anche per svolgere attività motoria e sportiva, è libero e non può essere subordinato ad autorizzazioni di sorta rilasciate, dietro presentazione di un progetto, da parte dell’assessore Pizzi.
Qualcuno ha inteso criticarmi per aver ricordato una simile lapalissiana ovvietà, ribadendo (in difesa di un assessore le cui posizioni sullo sport sono ormai divenute indifendibili), in termini fuorvianti e certamente errati che, secondo un regolamento del 2018 (approvato dalla precedente Amministrazione), “l’uso dei giardini o parchi pubblici da parte di cittadini, enti pubblici, gruppi o associazioni deve avvenire previo nulla osta da parte del Comune”.
Ovviamente non è assolutamente vero. Basta leggere la norma. Nulla di tutto questo appare nel regolamento comunale del 27 settembre 2018 il quale, semmai, prevede il nulla osta non per svolgere attività sportiva o motoria in genere (uso libero del parco), ma solo ed esclusivamente per “iniziative di carattere sportivo, sociale o ricreativo”.
L’articolo (non compreso da alcuni) in cui si parla di divieti, si limita (ovviamente) a vietare non già lo sport (e ci mancherebbe altro!) bensì comportamenti che “ostacolino in modo sconsiderato e intenzionale” la sicurezza e il benessere degli utenti, anche con attività sportive.
In altre parole, le attività sportive e motorie (come lo yoga, il thai chi, la ginnastica, la corsa …., tutte quelle utilizzate come esempio dall’assessore Pizzi subordinate alla presentazione di un progetto da utilizzare) sono libere. Senza se e senza ma. L’esistenza di un divieto (inesistente nel regolamento del 2018 ma implicito nel bando odierno pubblicato) sarebbe semplicemente incostituzionale. E ci mancherebbe altro.
Autorizzate dal Comune devono essere semmai iniziative/manifestazioni quali, a mero titolo di esempio, un torneo di minibasket, di calcetto, di pallavolo … magari con installazione di strutture (per cui vi è occupazione di suolo pubblico). Oppure allenamenti con installazione di attrezzature o recinzioni. Prevedere, in un atto pubblico, che chi vuole svolgere lezioni di thai chi, o yoga o ginnastica in un parco comunale debba chiedere il permesso all’assessorato allo sport, debba obbligatoriamente stipulare una polizza assicurativa con un massimale di 500 mila euro, debba avere un istruttore certificato e con pluriennale esperienza, è – per usare un eufemismo – uno scivolone senza precedenti. L’impegno con gli elettori senigalliesi era ben altro.
Da Roberto Paradisi
Unione Civici Marche
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