Fondazione Città di Senigallia, il Consiglio Regionale deciderà futuro del commissario
Mangialardi in vista dell'assise del 10 maggio: "Se non si revoca quella nomina la Fondazione rischia la paralisi"
E’ saltata ancora una volta la discussione sulla mozione del Partito Democratico per chiedere la revoca della delibera della giunta regionale che ha nominato l’avvocato Corrado Canafoglia commissario straordinario della Fondazione Città di Senigallia.
Nell’ultima seduta, l’assenza dell’assessore Guido Castelli ha impedito che l’assise regionale affrontasse l’argomento. Tuttavia, maggioranza e opposizione hanno raggiunto un accordo affinché la pratica sia iscritta al primo punto dell’ordine del giorno in occasione del consiglio regionale di martedì prossimo (10 maggio ndr).
“Non c’è nessun problema – commenta il capogruppo Maurizio Mangialardi, primo firmatario del documento – l’assenza dell’assessore era assolutamente giustificata. E poi so bene che Castelli non è uomo che rifugge il confronto. Ho anche apprezzato l’impegno del capogruppo di Fratelli d’Italia Carlo Ciccioli per calendarizzare la discussione al primo punto della prossima seduta. Credo ci siano tutte le condizioni per affrontare serenamente la discussione e trovare insieme una soluzione che tuteli la Regione Marche dall’errore compiuto dalla giunta regionale in buona fede, in quanto indotto da una relazione contenente dati completamente sballati e sottoscritta dall’ex presidente, oggi commissario straordinario, e dal Cda dimissionario. Quel documento, infatti, su cui si è esclusivamente basato il commissariamento, era volto a dipingere un dissesto che non esiste: basti pensare al ridimensionamento del patrimonio della Fondazione a meno di 19 milioni di euro quando le cifre iscritte nei bilanci risultano ammontare a ben 40 milioni”.
“Tra l’altro – spiega il capogruppo dem – quella delibera appare illegittima, in quanto la giunta regionale avrebbe dovuto invitare l’Amministrazione di Senigallia a prendere atto delle dimissioni del vecchio Cda e procedere all’elezione di un nuovo organismo. Ciò, complice anche il pilatesco atteggiamento della giunta Olivetti, non è avvenuto e il commissariamento potrebbe avere pesanti ricadute sulla buona gestione della Fondazione. Infatti, qualora la nomina non venisse revocata, ogni atto del commissario straordinario potrebbe essere inficiato da questo profilo di illegittimità che rischia di paralizzare non solo l’ordinaria attività della Fondazione, ma anche il completamento di importanti azioni e progetti in corso, tra cui l’ampliamento dei posti letto della Rsa, approvato dalla precedente Amministrazione regionale, la realizzazione dell’intervento di riqualificazione edilizia per la creazione di nuovi alloggi popolari agli Orti del Vescovo, la vendita delle terre di San Marcello e la risoluzione del contenzioso con società Autostrade per l’Italia in merito agli espropri per la terza corsia della A14″.
“Dunque – conclude Mangialardi – si comprende bene l’urgenza di risolvere quanto prima una situazione che ormai si trascina da tanti, troppi mesi e che sta danneggiando gravemente Senigallia. C’è infine un aspetto politico a cui non penso che i consiglieri del centrodestra possano restare insensibili, ovvero la nomina a commissario straordinario della stessa persona che dopo appena sei mesi di presidenza della Fondazione si dimise dichiarando che non c’erano le condizioni per gestirla. Perché la stessa persona, a distanza di così poco tempo, dovrebbe oggi essere in grado di governare quello stesso ente? E’ cambiato qualcosa da allora? No, assolutamente nulla, se non che mentre il presidente del Cda non percepiva emolumenti, al commissario straordinario è stata assegnata un’indennità complessiva di circa 20 mila euro annui. Soldi che saranno pagati non certo dalla Regione Marche, ma dalla Fondazione e quindi dai cittadini senigalliesi, a partire dagli ospiti della Rsa e dalle loro famiglie che mensilmente versano la retta”.
Maurizio Mangialardi
Capogruppo regionale del Partito Democratico – Assemblea Legislativa delle Marche
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