L’ingegnere Paolo Landi torna a parlare dell’ipotesi di arretramento della ferrovia
"Un intreccio da districare. E' necessario abbandonare i tentativi di dettare soluzioni improvvisate e semplicistiche"
Un paese moderno dovrebbe affidarsi ad una pianificazione generale piramidale che dovrebbe dettare specifiche linee guida strategiche nazionali con piani quadro di sviluppo e di coordinamento per ogni settore che a cascata e a scalare dovranno definire congruenti progetti finali condivisi con i territori una volta trovata la copertura finanziaria e definite le priorità.
Agire diversamente con percorsi fuori da questa strategia, affidandosi a sole elucubrazioni politiche, porta a sviluppare idee frammentate, scoordinate e insostenibili che altro non fanno che innestare quel processo inverso che impedisce di ricomporre un progetto funzionale e unitario sperperando contestualmente risorse preziose.
Il programma di velocizzazione dell’attuale tratto ferroviario da Bologna a Lecce inserito nel corridoio baltico-adtiatico finanziato con 5 miliardi con obiettivi definiti e parzialmente realizzati ne è esempio eclatante ma è ancora oggetto di arrembaggi politici che rivendicano empiriche soluzioni alternative a quelle ufficiali con arretramenti senza progetti e senza pianificazione finanziaria con il caso estremo di Pesaro che si è illusa di stornare un finanziamento di 1.2 miliardi che rischia anche di ottenere per un progetto di arretramento esclusivo sul suo territorio senza logica ma soprattutto totalmente inutile a migliorare una strategia di sistema.
Ma le svariate soluzioni alternative, in questo scompiglio generale, non vengono solo dai politici, fa acqua anche la proposta presentata recentemente dall’ordine degli ingegneri con una linea arretrata di alta velocità con tre sole stazioni per le marche che all’atto pratico offrirebbe incredibilmente più svantaggi che vantaggi sulle riduzioni dei tempi di percorrenza per i viaggiatori e nemmeno utile al traffico merci.
E’ quindi necessario abbassare i toni, abbandonare i tentativi di dettare soluzioni improvvisate e semplicistiche con un periodo di pausa mediatica che consenta di riavvolgere il nastro per ripartire poi da una sintesi che fotografi l’assestamento ufficiale che dovrà vedere sulla dorsale adriatica un forte incremento del traffico merci stimato con il transito potenziale fino a 176 treni giornalieri conseguenti alle previsioni dell’Unione Europea che vuole entro il 2050 Il trasferimento del 50% del traffico merci su ferro e alla rete RFI che vuole privilegiare l ‘asse adriatico come corridoio di collegamento da e per i porti di Taranto e Gioia Tauro.
L’attuale linea ferroviaria è programmata per sostenere questi livelli di traffico, ma non potrà tollerare il forte impatto ambientale di ricaduta sull’economia turistica dei luoghi attraversati e allora si pone oggettivamente il problema di una nuova visione strategica che potrebbe individuare una ferrovia di supporto parallela ma decisamente più arretrata e che contestualmente servirebbe al rilancio economico di tutta la fascia mediana del sub-appennino.
Tra le opzioni possibili si potrebbe immaginare un asse che si innesta a Rimini per rientrare sull’adriatica a Foggia strutturata nel tratto marchigiano ripescando a nord per quanto possibile il progetto di inizio secolo scorso da Sant’ArcangeLo a Fabriano passando per Urbino mai interamente sviluppato, poi dalla città della carta ai potrà procedere verso sud toccando Tolentino e Ascoli il tutto con collegamenti trasversali da Fano se riattivato, Falconara, Civitanova e San Benedetto del Tronto.
Quanto indicato non ha nessuna pretesa condizionante in questa direzione ma vuole essere lo stimolo per una ricerca veramente alternativa che compete alla pianificazione nazionale. La politica locale e regionale dovrà solo fare da pungolo per sollecitare e raggiungere una soluzione accettabile.
Traffico passeggeri :
Metropolitana Adriatica da Pesaro a Pedaso a 30 metri di profondità sotto la Statale Adriatica a 4 binari, i cui 2 centrali per l'alta velocità separati fisicamente nelle stazioni di transito. Le stazioni con i loro servizi saranno poste in senso longitudinale rispetto ai binari. Saranno collegate con la superficie con passarelle elicoidali eliminando scale ed ascensori.
Traffico merci :
Eliminazione della terza corsia dell'A 14 ove presente e al loro posto i binari ferroviari a destra.
Nelle città sedi di innesti superstradali e autostradali creazione di interporti e centri intermodali.
Vedasi Jesi. Nelle Marche oltre a questa, ne farei uno a Fano (Fano-Grosseto), Civitanova Marche,superstrada 77 Val di Chienti e una a Porto d'Ascoli (Salaria). Da porto Sant'Elpidio dove finisce la terza corsia dell'A !4 , affiancamento dei binari all'asse autostradale. Per finire, per il carico / scarico dei mezzi pesanti e delle auto i pianali dei carri ferroviari dovranno essere allo stesso livello di quello stradale, per eliminare come succede ora la fila indiana.
A tale proposito ho presentato alcuni anni fa a R.F.I. un carro specifico, con il piano del ferro (binari) abbassato e con un nuovo sistema per l'ancoraggio dei mezzi sullo stesso.
Per finire, obbligo dei mezzi in autostrada fino a 100 chilometri di percorrenza, oltre a quel limite utilizzo del mezzo ferroviario.
Leonardo Maria Conti
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