Unione Civici Marche: “Si riprenda in mano il progetto per stadio Bianchelli e palasport”
"Svista amministrativa: nessun ostacolo dalla Soprintendenza. Si preservino i monumenti e lo spirito dello sport"
Non è vero che la Soprintendenza ha bocciato il progetto Conad con annessa ristrutturazione dello Stadio Bianchelli e ricostruzione del palazzetto dello sport del Boario (opere essenziali per lo sport e i giovani senigalliesi).
Riteniamo una vistosa “svista” amministrativa tale errata interpretazione del parere fornito dalla “Soprintendenza Archeologica, Belle Arti e Paesaggio delle Marche” (parere peraltro espresso nell’ambito dell’avvio del procedimento di verifica dell’interesse culturale dello stadio Bianchelli).
Nessun diniego alla realizzazione del progetto ma soprattutto nessun elemento ostativo emerge nella relazione dell’ente. L’unico elemento che emerge (peraltro del tutto condivisibile) è la difesa del solo ingresso monumentale e la preservazione dello spazio antistante lo stadio. Nessun accenno alle mura (peraltro compromesse da interventi successivi alla realizzazione in epoca fascista della struttura come tutto il resto dello stadio) e nessun accenno a qualsiasi altra opera muraria.
Ciò che la Soprintendenza vuole (giustamente) tutelare sono le statue e l’ingresso monumentale con il suo apparato decorativo. Tale posizione espressa dalla Soprintendenza è perfettamente compatibile con la realizzazione del progetto che potrebbe permettere, finalmente, a Senigallia di dotarsi (senza un solo euro speso dai cittadini) di uno stadio funzionale e di un decoroso palazzetto dello sport utilizzabile anche per il turismo sportivo.
Si riprenda in mano il progetto, si istituisca una conferenza di servizi, si tuteli, allo stesso modo, la struttura architettonica (maestosa e identitaria) dell’ingresso dello stadio e lo sport per i giovani. Perché è bene ricordare che la monumentalità di quella struttura non era fine a se stessa: era pensata per garantire ai giovani spazi ideali, evocativi e funzionali, dove praticare lo sport. Preservare un “bene” culturale è preservare anche lo spirito e la cultura che quel “bene” ha rappresentato.
Roberto Paradisi
Maurizio Mugianesi
Portavoce Unione Civici Marche
Quello che è certo è che l'amministrazione non si può permettere di perdere qualsiasi opera di soggetti privati che porta riqualificazione ad un'area che necessita moltissimo.
Quindi si dovrebbero svegliare e riprendere in mano la situazione,anche perché il comune non ha soldi per riqualificare la zona.
Ergo meglio un supermercato ed uno stadio ammodernato e altre opere,che una zona degradata.
Sarebbe sufficiente reperire fondi ed avere associazioni sportive forti e stabili, per reperirli, sistemare la palestra danneggiata dal sisma o comunque dichiarata inagibile.
Purtroppo la moda che i privati fanno progetti ed il pubblico se li deve far andare bene è sempre un'arma a doppio taglio.
Saluti
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