“Più di 100.000 euro per affidare la strategia di comunicazione social del Comune”
Dario Romano, Capogruppo PD Senigallia: "Era davvero necessario? E l'avviso pubblico quali competenze valorizza?"
Con una pubblicazione apparsa sul sito del Comune pochi giorni fa, si è appreso che l’Amministrazione Olivetti, probabilmente a causa degli scivoloni comunicativi in questi primi 18 mesi di mandato, ha deciso di affidare il servizio di progettazione e realizzazione di una strategia di comunicazione social per le attività del Comune.
Il tutto sulla falsariga di quanto effettuato dalla Regione Marche a inizio mandato, quindi nulla di nuovo dalla destra regionale a quella locale. Il valore stimato dell’appalto? Partendo dal fatto che le competenze si pagano, per un servizio simile, se ci si vuole dotare di persone capaci e aziende con esperienza, si potrebbe pensare a decine di migliaia di euro. Beh, la cifra preventivata, invece, è addirittura di 122.000 euro IVA compresa per 3 anni e mezzo.
Una somma superiore a quanto costerebbe un addetto stampa interno al Comune stesso e con professionalità certificate da esperienza, competenza e titoli. Inoltre un addetto interno potrebbe sia occuparsi sia dei social che dei comunicati stampa, attività quest’ultima che invece non sembrerebbe ricompresa nell’appalto e quindi andrebbe comunque in carico all’Ente. L’ennesimo segnale quindi che questa amministrazione, se ce ne fosse ancora bisogno, recapita alla cittadinanza senigalliese.
Andando però nel merito dell’avviso pubblico (scaricabile qui in PDF), siamo andati a leggere con attenzione i requisiti di professionalità che dovrebbero possedere le aziende per partecipare alla manifestazione di interesse. Ci soffermiamo solo su due di queste:
–“Di avere, nel triennio 2019-2020-2021, svolto con buon esito e senza contestazioni servizio/i relativo/i alla realizzazione di progetti di comunicazione sui social per enti pubblici e/o privati per un importo complessivo almeno pari ad euro 50.000,00 (cinquantamila)”; come si può leggere facilmente dal testo, non c’è differenza tra ente pubblico e ente privato. Inoltre non vi è una distinzione o una specificazione di attività nel campo della comunicazione social per enti pubblici, quando in realtà è chiaro che parlare di sanità o di rifiuti non è la stessa cosa che pubblicizzare il Summer Jamboree o gli eventi alla Rotonda.
La seconda caratteristica, però, fa ancora più riflettere:
–“Presenza nell’organico dell’operatore economico partecipante di almeno un operatore che sia in possesso del diploma o laurea in design”; per quale motivo una azienda che ha in organico un diplomato/laureato in design sarebbe più meritevole di una che non ce l’ha? Il diplomato/laureato dovrebbe essere un dipendente? Un collaboratore a partita iva? Perché non prendere in considerazione allora un laureato in comunicazione o un social media manager? Su questo punto facciamo davvero fatica a capire, diversi operatori economici del settore che vogliono partecipare potrebbero sollevare il tema e aprire la strada a ricorsi amministrativi.
Nel frattempo, il 18 aprile si inaugura il T-Red in via Mercantini. Ovviamente è stato fatto tutto per la sicurezza, non perché a bilancio sono stati inseriti milioni di euro per le multe. Per la Complanare, invece, siccome i proventi delle multe andrebbero alle Autostrade, si è bloccato tutto. Lì, ovviamente, il discorso sulla sicurezza non vale. Comunque sia ce lo comunicheranno per bene, dopo la chiusura del bando.
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