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PD sul nuovo commissario straordinario della Fondazione Città di Senigallia

"Il salvatore della Fondazione è anche colui che si è dichiarato inadatto a gestirla tanto da dimettersi dal ruolo di presidente"

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Onoranze Funebri F.lli Costantini
Fondazione Città di Senigallia.

Come nei vecchi film western, alla fine, quando siamo vicini al tragico epilogo di un’avventura, c’è l’ “arrivano i nostri”, anche nella vicenda Fondazione Città di Senigallia è arrivato chi la risolleverà dal suo, dicono, ineluttabile destino.

Il “nostro”, anzi il “loro”, in questo caso è l’avv. Canafoglia, inopinatamente indicato dalla giunta Acquaroli come commissario straordinario della Fondazione. Stranamente il salvatore è anche colui che si è dichiarato inadatto a gestirla, la Fondazione, tanto da dimettersi dal ruolo di presidente, lui con tutto il Consiglio di Amministrazione; nelle sue dimissioni ha lamentato anche di essere stato lasciato solo, ora, evidentemente, non lo è più. Avvocato Canafoglia che, ricordiamo, nelle scorse elezioni regionali si è candidato a sostegno di Acquaroli, uscendone sconfitto.

Il copione di questo film mal interpretato sembra essere stato scritto da tempo. Prevedeva: nomina un anno fa da parte del consiglio comunale del CdA; raffigurazione, immediatamente dopo l’insediamento, della situazione della fondazione con toni drammatici ed emergenziali; dimissioni del CdA per impossibilità di gestione; redazione di una relazione a giustificazione della situazione con annessa richiesta di amministrazione straordinaria; negazione dell’audizione in consiglio comunale della contro relazione di Michelangelo Guzzonato; richiesta alla regione, da parte dell’amministrazione comunale, del commissariamento dell’ente; nomina infine di un commissario che, vedi caso, è proprio colui che si era detto inadatto a gestire l’ente.

L’avv. Canafoglia, sfibrato dalla gestione della Fondazione, getta la spugna ad agosto e torna in sella a marzo. Cosa è cambiato in questi pochi mesi da renderlo di nuovo idoneo alla gestione della Fondazione?

Il copione prevede un ultimo atto: la remunerazione del commissario. La delibera approvata lunedì dalla giunta regionale è chiara; il nuovo commissario straordinario percepirà per tutta la durata dell’incarico (un anno) un compenso di circa 20.000 euro. Da dove verranno prelevati quei soldi? Ovviamente dalle casse della Fondazione; ovvero dalle casse di quell’ente che il CdA dimissionario ha indicato in gravissime difficoltà finanziarie; i soldi li preleveranno proprio da lì! Li prenderanno dalle casse di un ente che per risparmiare ha tolto le bottigliette di acqua agli ospiti!

In dieci anni di gestione il precedente presidente, Michelangelo Guzzonato, non ha mai preso un euro. In dieci anni di attività, ripetiamo “dieci anni”, il precedente CdA ha gestito l’ente e ha realizzato opere importanti a titolo puramente gratuito; in questo caso dopo solo un anno di attività ci troviamo con un ex presidente di CdA che si dimette e viene nominato commissario dello stesso ente, stavolta però, remunerato.

Ma ci chiediamo anche, è lecito questo? È lecito che una persona prima gestisce un ente, poi si dimette per difficoltà nella gestione e infine viene nominata commissario dell’ente stesso? Ci sorgono fortissimi dubbi.

Tutta la trama di questo film sembra inverosimile, ma purtroppo è la realtà. Sembrerebbe fantascienza, in realtà è fantapolitica, anzi politica di serie B, di basso livello.

Naturalmente in questo copione, d’ora in poi, non ci sarà spazio per interpreti del Partito Democratico; non vogliamo più essere parte di questa sceneggiata.

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