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Il sostegno di Vola Senigallia alla consigliera Chantal Bomprezzi

"Non è molto rumore per nulla, come detto dalla Bernardini: è molto rumore che deve arrivare chiaro alle ai cittadini"

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Sala consiliare, Consiglio Comunale, Municipio di Senigallia

Alcuni consiglieri di maggioranza si sono rivolti alla consigliera Chantal Bomprezzi con appellativi palesemente utilizzati in modo dispregiativo, svilente della sua persona, della donna, della sua professionalità e del suo ruolo pubblico.

Nella stessa giornata l’ “anziana” “consigliere” comunale “signora” Anna Bernardini (la chiamiamo come, a suo dire, ama essere definita) ha risposto in modo del tutto personale alla segnalazione fatta dal Movimento Donne Contro i Fascismi, portando il suo personalissimo punto di vista a giustificazione di quegli appellativi sessisti e discriminatori da lei stessa usati con la compiacenza degli altri esponenti di maggioranza dell’amministrazione comunale.

Nello stesso mandato questa amministrazione comunale ha, come primo atto, tolto lo striscione per Giulio Regeni appeso alla facciata del palazzo comunale, inviando però una significativa lettera al presidente del Consiglio, impegnandosi a ripetere la richiesta con stessa missiva una volta al mese: ci viene da chiedere a distanza di 1 anno e mezzo quante lettere a richiesta di giustizia e diritti siano state effettivamente inviate dal Sindaco Olivetti.

La stessa amministrazione che si compiace di manifestazioni pubbliche a favore dei diritti delle donne si rivolge ad una donna, consigliera di opposizione definendola signorina, maestrina con toni palesemente dispregiativi che sottointendono un giudizio sulla persona che va aldilà del ruolo politico e istituzionale che ricopre.

Conosciamo bene la dottoressa e consigliera Chantal Bomprezzi: conosciamo il suo valore come donna, come ricercatrice e come politica. Non vogliamo solo esprimere il nostro sostegno come donne di Vola Senigallia: vogliamo sottolineare due importanti concetti su cui invitiamo tutti i consiglieri a riflettere.

1. Il linguaggio politico, sia che sia utilizzato in Consiglio comunale, sia che venga esposto alle pagine di un giornale, ha un valore: esprime chiaramente posizioni, visioni, atteggiamenti e in questo caso una totale mancanza di rispetto dei diritti, oltre che di dileggio di una posizione opposta. Non è molto rumore per nulla, come è stato definito dalla Bernardini: è molto rumore che deve arrivare chiaro alle orecchie dei cittadini.

2. È finita la stagione dei proclami di facciata: la schizofrenia (citata dalla Bernardini) sta proprio in questo. Sta nella totale mancanza di sostanza dietro ad ogni vuota parola espressa sia come atto istituzionale che come semplice intervento di banale comunicazione.

Un vuoto che neanche un bravo oratore come il sindaco Olivetti riesce evidentemente a colmare. E stupisce come proprio il sindaco, avvocato di professione, non si esprima a difesa di un linguaggio appropriato, non si ponga a difesa dei diritti, che sono diritti di tutti, donne e uomini e cittadini di ogni parte politica.
#siamotuttemaestrine

Da Vola Senigallia

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