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Processo omicidio di Roncitelli: chiesti 15 anni per Loris Pasquini, che uccise il figlio Alfredo

PM sostiene volontarietà omicidio, oltre a detenzione illegale pistola. Difesa chiede assoluzione o derubricazione del reato

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Omicidio a Roncitelli

E’ attesa per venerdì 25 febbraio la sentenza nell’ambito del processo per l’omicidio di Alfredo Pasquini, avvenuto a Roncitelli di Senigallia il 29 marzo 2021, quando il padre Loris aprì il fuoco contro il 26enne.

Lo fece nella loro abitazione, sparando un colpo da una pistola Beretta posseduta illegalmente, al culmine di una lite violenta, terminata con la morte del giovane e con l’arresto dell’uomo.

Il 73enne, ex ferroviere, è andato a processo senza passare dalle udienze preliminari con le accuse di omicidio volontario e detenzione illegale dell’arma: venerdì 11 febbraio si è giunti alla richiesta della pena, avanzata per la pubblica accusa dal PM Paolo Gubinelli. Sono stati chiesti 15 anni di reclusione per Loris Pasquini, per un delitto che avrebbe avuto come movente i continui litigi e i rapporti conflittuali, che da tempo andavano esasperandosi.

Da parte della difesa di Loris Pasquini, il quale, in attesa di giudizio, è ai domiciliari nella sua casa di Roncitelli di Senigallia, arriva tutt’altra richiesta: si punta all’assoluzione per legittima difesa, sostenendo che lo sparo sia partito in risposta a un’aggressione fisica di Alfredo Pasquini nei confronti del padre o in alternativa alla derubricazione del reato in omicidio preterintenzionale, contestando la volontarietà del gesto.

L’ex moglie di Loris Pasquini, e madre della vittima, si è costituita parte civile e il suo legale si è allineato alle richieste dell’accusa.

Commenti
Ci sono 3 commenti
pasquiniloris 2022-02-13 11:14:11
Sono una persona intelligente ma molto ingenua. Non vedo la cattiveria nelle persone. Non la farò lunga ma devo dire che insieme a me dovrebbero essere mandate in carcere molte persone delle istituzioni Sindaco, servizi sociali di Senigallia, Polizia di stato, Polizia municipale, Carabinieri e Procura della Repubblica, a cui mi sono rivolto negli ultimi 7 anni per chiedere aiuto non per me, ma per mio figlio a cui volevo molto bene. Non lo volevo perdere perché per me rappresentava il mio futuro e per il quale ho speso tutta le mia vita e tutti i miei averi. Io e sua madre 27 anni fa l'abbiamo cercato e voluto. Io per avere una discendenza a cui donare tutto quello che avevo creato e sua madre per ottenere in via breve la cittadinanza italiana. Ognuno di noi due aveva il suo scopo. La madre di Alfredo è arrivata in Italia rocambolescamente portata da me, da Budapest a Senigallia, poiché era atterrata in Ungheria, contro la mia volontà, ed era clandestina in quel paese. Io, a sprezzo della mia vita e mettendo sul tavolo come in un gioco del Poker tutte le mie proprietà, il mio posto di lavoro ed il mio futuro e quello di mia madre invalida e non vedente, mi sono messo in viaggio per recuperarla e tentare di salvarla, portandola a Senigallia. Io sono stato estromesso dalla famiglia quando Alfredo aveva 12 anni e mezzo mentre sua sorella ne aveva 10. Negli ultimi 8 anni mi ero ricostruito una nuova famiglia, in Thailandia poiché le vita là è meno cara dell'Italia.
Ho avuto una figlia, ora 15enne, italiana poiché l'ho voluta iscrivere all'Ambasciata d'Italia. Io ero iscritto all'A.I.R.E. italiani residenti all'estero. Avevo acquisito residenza in Thailandia, pagavo le tasse in Thailandia ed ho ottenuto un certificato di residenza thailandese molto difficile da avere. Ho conseguito 2 Patenti di guida (una per auto ed una per moto). Con l'aiuto della famiglia di mia moglie thailandese ho costruito una modesta casa e vivevo felice nella nuova situazione. Alfredo mi ha cercato tramite Facebook,dopo 8 anni, non sapendo dove ero finito. Il mio destino si è concluso dal momento che Alfredo ha chiesto il mio aiuto,
pasquiniloris 2022-02-13 12:15:47
Sono una persona intelligente ma molto ingenua. Non vedo la cattiveria nelle persone. Non la farò lunga ma devo dire che insieme a me dovrebbero essere mandate in carcere molte persone delle istituzioni, quali gli ex sindaci di Senigallia, i servizi sociali di Senigallia, i medici psichiatrici che si sono avvicendati per curare Alfredo, funzionari della Polizia di stato, funzionari della Polizia municipale, funzionari della Procura della Repubblica, a cui mi sono rivolto negli ultimi 7 anni per chiedere aiuto non per me, ma per mio figlio a cui volevo molto bene. Non lo volevo perdere perché per me rappresentava il mio futuro e per il quale ho speso tutta le mia vita e tutti i miei averi. Io e sua madre 27 anni fa l'abbiamo cercato e voluto. Io per avere una discendenza a cui donare tutto quello che avevo creato e sua madre per ottenere in via breve la cittadinanza italiana. Ognuno di noi due aveva il suo scopo. La madre di Alfredo è arrivata in Italia rocambolescamente accompagnata da me, da Budapest a Senigallia, poiché era atterrata in Ungheria, contro la mia volontà e quindi clandestina in quel paese. A sprezzo della mia vita e mettendo sul tavolo come in un gioco del Poker tutte le mie proprietà, il mio posto di lavoro ed il mio futuro nonché quello di mia madre invalida (non vedente), mi sono messo in viaggio per aiutarla e tentare di salvarla, portandola a Senigallia. Per tutta riconoscenza, sono stato da lei estromesso dalla famiglia quando Alfredo aveva 12 anni e mezzo mentre sua sorella Stefania ne aveva 10. Negli ultimi 15 anni mi ero ricostruito una nuova famiglia, in Thailandia poiché le vita là è meno cara dell'Italia e più semplificata.
Nel 2007 ho avuto una figlia, ora 15enne, italiana poiché l'ho voluta iscrivere all'Ambasciata d'Italia. Io ero iscritto all'A.I.R.E. italiani residenti all'estero. Avevo acquisito residenza in Thailandia, pagavo le tasse in Thailandia ed ho ottenuto un certificato di residenza thailandese molto difficile da avere. Ho conseguito 2 patenti di guida thailandesi (una per auto ed una per moto). Con l'aiuto della famiglia di mia moglie thailandese ho potuto costruire una modesta casa e vivevo felice nella nuova situazione. Alfredo mi ha cercato tramite Facebook, nel 2013, dopo 8 anni che non sapeva dove ero finito. Nel 2013 era stato abbandonato e viveva da solo e senza mezzi, nella casa di Roncitelli. Il mio destino si è concluso tragicamente, dal momento che Alfredo ha chiesto il mio aiuto.
Mario2 2022-02-13 19:40:41
Lo stato c'è solo quando arrivano le votazioni o si devono pagare la tasse. Aveva imboccato la strada giusta Sig.Pasquini andarsene da questo paese che ormai è condannato.
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