Appresa la notizia dell’incendio, ho riavvolto il nastro della mia vita fino all’estate del 1976, ben 45 anni e mezzo fa! E’ triste pensare che nella mia giovinezza ho trascorso una estate in questo che oggi è rimasto un mucchio di macerie.

Ci sarò passato di fianco migliaia di altre volte nel percorso Senigallia Monterado o viceversa e ogni volta un attimo di tristezza, ma il fatto di sapere che era ancora vivo, seppur inattivo, alimentava in me la speranza di una sua riapertura.

Ci ho lavorato come cameriere nell’estate in cui ho conosciuto Walter Chiari, le Chocolats, Patty Pravo, Raoul Casadei, Mia Martini, i Platters oltre al grande Ray Charles. Era il locale più “in” della riviera adriatica e mi sono rimasti impressi gli importi dei costi del tavolo e del biglietto di ingresso della serata con Ray Charles: 80 e 100 mila lire. Mezzo stipendio di quel periodo. All’epoca fui retribuito con 180.000 lire.

Ma i ricordi vanno anche a quelle mattine che con i 4 colleghi, si andava a fare le penne all’arrabbiata alle 3.30 in uno di quei pochi locali ancora aperti sul lungomare: da Bano. Un altro vivo ricordo è quello che al ritorno da uno di questi pranzi “salutistici” verso le 5 di mattina, incontravamo i carrelli spinti a mano dei venditori di frutta e verdura che si apprestavano a fare mercato: era giovedì!

L’incendio dello Shalimar, per me che ci ho passato una estate, seppur lavorando, è un po’ quasi come la scomparsa di una persona che ho conosciuto quand’ero bambino. E’ un po’ della mia giovinezza che se ne va!

da Giancarlo Rossi