“Cinque mesi con C.d.A. dimissionario, qual è situazione di Fondazione Città di Senigallia?”
PD: "Patrimonio troppo importante per essere utilizzato a fini politici dalla destra al governo. Ruolo pubblico va salvaguardato"
Torniamo a contare i mesi passati dalle dimissioni del Consiglio di Amministrazione della Fondazione Città di Senigallia. Siamo arrivati a cinque (5) mesi dalle sue dimissioni e a un anno (12 mesi) dal suo insediamento.
Cosa è successo alla Fondazione in questo anno di gestione da parte di un C.d.A. che ha dato le dimissioni cinque mesi fa?
Il nuovo C.d.A., insediatosi a febbraio 2021, ovvero 12 mesi fa (!), ha subito prodotto una prima relazione critica sulla situazione della Fondazione, si è dimesso a fine agosto e ha prodotto una ulteriore relazione finale a ottobre. Malgrado la proliferazione di relazioni nessuna giunge a conclusioni definitive e soprattutto chiare, ma dà adito ad interpretazioni e dubbi.
Al contrario dell’allarme che la lettura della relazione finale sembrerebbe destare, l’attività della Fondazione è continuata regolarmente: l’assistenza agli anziani ospitati è stata sempre garantita, il personale è stato sempre regolarmente pagato, lo stesso è accaduto per i fornitori.
Addirittura, il C.d.A. dimissionario ha comunicato a mezzo stampa che sono stati rinnovati i contratti di affitto dei terreni. Quindi l’attività del C.d.A. evidenzia che non sussiste alcun tipo di impedimento alla ordinaria amministrazione, dimostrando di poter svolgere il suo compito.
Ma quella relazione degli effetti li ha sortiti, e questi tangibili. Li stanno vivendo sulla loro pelle i consiglieri di amministrazione e il presidente del precedente C.d.A. sui quali si è fatta cadere tutta la responsabilità di una situazione che è stata presentata problematica ma che così non sembrerebbe; vista la regolarità con cui continua la sua gestione.
L’iniziativa del presidente del C.d.A. dimissionario e del sindaco è arrivata al punto, pur di continuare l’accanimento sui componenti del precedente C.d.A., di inviare tutta la documentazione alla Procura della Repubblica e di chiedere alla regione il commissariamento della Fondazione attraverso un atto di indirizzo della maggioranza votato in consiglio comunale.
La città ha bisogno di chiarezza. La chiarezza si raggiunge rispondendo a semplici domande che possono far luce sul destino che l’amministrazione di destra sembrerebbe voler riservare per la Fondazione Città di Senigallia.
· Preso atto delle dimissioni del C.d.A., perché seguendo il dettato dell’Art. 9 dello statuto della Fondazione il sindaco non ha proceduto immediatamente alla nomina di un nuovo C.d.A.? Eppure, dalle dimissioni sono passati cinque mesi.
· Se attualmente l’ente, come leggiamo dalla stampa, viene gestito regolarmente dal CDA dimissionario perché l’amministrazione comunale ne ha chiesto il commissariamento alla regione?
· Seguendo quale norma o legge, regionale o nazionale, il sindaco ha chiesto alla regione la nomina di un commissario per la gestione della Fondazione? L’unica prerogativa del sindaco, della giunta e del consiglio comunale, secondo sempre l’Art. 9 dello statuto della Fondazione, sarebbe stata quella di nominare nel più breve tempo possibile un nuovo C.d.A.
· Sulla base di quali elementi e motivazioni è stata trasmessa la relazione del C.d.A. dimissionario alla Procura della Repubblica di Ancona? Cosa ha ravvisato il sindaco di così grave nella relazione? Attendiamo comunque fiduciosi la risposta della magistratura.
· Preso atto della volontà di commissariare, dal momento che, come noto, il commissario è una persona, non un organismo collegiale, dotato di poteri straordinari, quali precise prerogative avrà nella gestione straordinaria della Fondazione? Si vuole arrivare alla privatizzazione della Fondazione? È possibile che il commissario possa procedere, se non alla vendita totale di una Fondazione del valore di 50 milioni di euro, alla vendita dei suoi pezzi più pregiati? È questo l’obiettivo della destra che ci amministra? Visto che ora la fondazione riesce addirittura ad ottenere, come dichiara pubblicamente, risultati senza il supporto di consulenti esterni ma solo grazie al suo personale, diretto e coadiuvato dal C.d.A. dimissionario stesso, perché chiederne un commissariamento?
A seguire l’andamento della vicenda della Fondazione sembrerebbe che tutto si sia svolto secondo una strategia preordinata: la redazione di una relazione da parte di un C.d.A. dimissionario utile solo per arrivare ad una immotivata richiesta di commissariamento.
La Fondazione Città di Senigallia rappresenta un patrimonio troppo importante per la città per essere utilizzato a fini politici dalla destra al governo. L’ente va salvaguardato e protetto; va protetto il suo patrimonio, comprensivo di tutto il personale, preparato e competente, che vi lavora, in modo che possa continuare a svolgere la fondamentale opera di assistenza alle persone appartenenti alle fasce più deboli e fragili della popolazione. Va salvaguardato il ruolo pubblico di ente al servizio della comunità senigalliese.
Rimaniamo in attesa delle risposte del sindaco e della giunta al governo della città.
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