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Il Consiglio Comunale di Senigallia ricorda tutte le Vittime della Shoah

Le riflessioni del presidente Massimo Bello in occasione del 27 gennaio 2022, Giorno della Memoria

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filo spinato nei campi di sterminio, shoah, giornata della memoria

Giovedì 27 gennaio, la Comunità internazionale commemorerà il Giorno della Memoria.

Anche la nostra Città, con un programma ricco di appuntamenti promossi dall’Amministrazione comunale, in collaborazione con la Scuola di Pace “Vincenzo Buccelletti”, la Comunità ebraica di Ancona, la Diocesi di Senigallia e la Fondazione Gabbiano, dedicherà un contributo significativo a questo anniversario, che richiama alla memoria la tragicità di quegli eventi.

“Le parole di odio non restano a lungo senza conseguenze”, ha ricordato il Capo dello Stato, Sergio Mattarella, nel suo discorso di qualche anno fa, in cui ha ricordato come Auschwitz “simboleggi e riassuma tutto l’orrore e la lucida follia del totalitarismo nazista” e come “racchiuda in sé i termini di un tragico paradosso: si tratta infatti della concezione più disumana mai concepita dall’uomo, uomini contro l’umanità”. Ed ha aggiunto: “Sta a noi impedire che si ripeta, sta a noi guidare gli avvenimenti e trasmettere valori di civiltà umana”.

Un celebre verso del Talmud recita così: “Chi salva una vita, salva il mondo intero”. Una citazione, che sottolinea e rimarca il valore incontestabile di ogni essere umano, senza discriminazioni di alcun tipo. Inoltre, c’è anche un racconto della tradizione ebraica che dice: “Esistono sempre al mondo trentasei Giusti, nessuno sa chi siano e nemmeno loro sanno d’esserlo; ma quando serve, escono allo scoperto e si prendono i destini del mondo sulle loro spalle e questo è uno dei motivi per cui Dio non distrugge il mondo”.

Se parliamo di Giusti, non possiamo dimenticare Giorgio Perlasca, la cui vicenda è la dimostrazione e la prova tangibile dell’esistenza dei Giusti su questa Terra. Durante la Seconda guerra mondiale, Perlasca salvò migliaia di ebrei ungheresi, ma la sua storia rimase nascosta, consegnata all’oblio, fino a quando, nel 1988, un gruppo di donne ebree ungheresi, sopravvissute alla Shoah, decisero di ritrovare e di incontrare il loro salvatore. La vicenda arrivò all’attenzione del giornalista Enrico Deaglio, che incontrò a Padova Giorgio Perlasca per un’intervista, Nel 1991 quell’intervista diventò il libro “La banalità del bene”. Resta famosa la domanda che Perlasca rivolse al giornalista: “Lei cosa avrebbe fatto al mio posto?”.

La vicenda del Giusto è un simbolo di coraggio e rettitudine; Perlasca è stato un uomo che ha saputo fare la scelta giusta in un periodo estremamente pericoloso, e lo ha fatto con una fantasia e una determinazione davvero degne di un romanzo. “C’era della gente che era in pericolo di morire e bisognava fare qualche cosa. Avendo la possibilità di farlo, l’ho fatto”, disse Giorgio Perlasca. E aggiunse: “Io credo di aver fatto qualcosa di normale perché penso che nella mia situazione chiunque avrebbe fatto la stessa cosa. Non posso immaginare che esista una persona, al mio posto, che avrebbe rifiutato di farlo”.

Il Consiglio Comunale di Senigallia a perenne ricordo di tutte le Vittime della Shoah.

Il Presidente del Consiglio
Massimo Bello

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