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Due iniziative di Anpi per il Giorno della Memoria

La sezione di Senigallia: "non solo celebrazioni, anche racconto dei fatti"

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Giorno della Memoria

La Legge 211 del 20 luglio 2000 recita:
«La Repubblica italiana riconosce il giorno 27 gennaio, data dell’abbattimento dei cancelli di Auschwitz, “Giorno della Memoria”, al fine di ricordare la Shoah (sterminio del popolo ebraico), le leggi razziali, la persecuzione italiana dei cittadini ebrei, gli italiani che hanno subìto la deportazione, la prigionia, la morte, nonché coloro che, anche in campi e schieramenti diversi, si sono opposti al progetto di sterminio, ed a rischio della propria vita hanno salvato altre vite e protetto i perseguitati.»


Nel 1945, già intorno a metà gennaio, con l’avvicinarsi dell’Armata Rossa, le SS iniziarono ad evacuare il lager, costringendo circa 60 mila prigionieri alla “marcia della morte” (todesmarsche), della quale la senatrice Liliana Segre ci ha offerto lo straziante racconto. Tra i 9 mila e i 15 mila morirono durante il tragitto, in gran parte uccisi dai nazisti perché non riuscivano a reggere i ritmi incessanti della marcia nel gelo; altri 9 mila furono lasciati nel campo perché malati o esausti. Le SS intendevano eliminarli, ma non ne ebbero il tempo. Le SS riuscirono invece nell’intento di eliminare quante più prove possibili dei loro crimini, facendo esplodere diverse strutture dove erano disposti i forni crematori e i beni degli internati. Chi ha visitato Auschwitz non può dimenticare l’orrore provato alla vista delle povere cose appartenute ai prigionieri: gli occhiali, le scarpe, comprese quelle da bambino, i tappeti fatti con i capelli dei deportati e altro ancora.

Nel Giorno della memoria si ricordano tutte le vittime, di ogni età, della barbarie nazista: sei milioni di cittadini di religione ebraica, 500 mila appartenenti alle comunità rom, poi le persone con handicap, gli omosessuali, gli oppositori politici, i testimoni di Geova, i prigionieri di guerra.

Ciò che rende unica la Shoah è il fatto che si trattò di uno sterminio razionale e organizzato, lucido e consapevole, che si avvaleva di una tecnologia all’avanguardia e di impianti efficienti per eliminare i “diversi”, effettuato da nazioni tra le più civili e sviluppate di sempre, nel campo scientifico, culturale, artistico.

L’ANPI ritiene che la memoria di questi fatti non si possa limitare alle celebrazioni, pur necessarie, ma debba essere mantenuta sempre viva grazie al racconto dei fatti, al riconoscimento dei diritti e alla condanna di ogni sopruso e violenza, affinché né l’oblio né l’indifferenza prevalgano nei popoli.

In questo momento storico, quando il protrarsi della pandemia impone difficoltà continue e disagi ripetuti, l’ANPI guarda con preoccupazione le tesi di coloro che ritengono le persone non vaccinate e prive del green pass come “portatori di una stella gialla virtuale” e le normative sulla vaccinazione inaccettabili al pari delle leggi razziali in quanto produttrici entrambe di discriminazioni tra esseri umani, «indipendentemente dalle ragioni addotte».

La Shoah viene quindi oscenamente citata nelle polemiche sulla gestione della pandemia e sulle vaccinazioni, con la volontà di strumentalizzare, ridurre e negare il male assoluto e di valore universale commesso in Europa con i campi di sterminio. Strumentalizzare, ridurre e negare, come nei casi in cui si eguaglia la Shoah con episodi certo molto drammatici, ma locali e circoscritti, avvenuti in tutta l’Europa durante e alla fine del secondo conflitto mondiale, come nel caso delle foibe, oggetto di strumentalizzazione dell’estrema destra.

Proprio in virtù dei valori che l’Antifascismo e la Resistenza hanno prodotto e da cui sono nate la Repubblica e la Costituzione, per il Giorno della Memoria ANPI Senigallia Sezione Giulia Giuliani e Luigi Olivi ha promosso due iniziative per le scuole: il fumetto “Avrei potuto essere io” di Mabel Morri e la presentazione del romanzo “Perla” in presenza del suo autore Salvatore D’Antona.
Nel fumetto di Mabel Morri “Avrei potuto essere io” viene ribadito con forza dalla stessa autrice che “l’antifascismo serve per evitare che altri regimi, diversi, trasformati, moderni, possano prendere corpo e toglierci quella libertà che spesso diamo per scontata”. Verrà consegnato gratuitamente e presentato agli studenti di Senigallia e di alcuni paesi limitrofi in presenza dell’autrice e di esponenti della nostra Associazione.

Nel libro “Perla” di Salvatore d’Antona viene narrata la storia della famiglia Ovitz, di religione ebraica, i cui componenti erano nani e che avevano formato una compagnia teatrale, “I Lilliput”. Dopo l’arresto e la deportazione ad Auschwitz, furono notati da Josef Mengele che non li fece uccidere nelle camere a gas, ma li usò nei suoi barbari esperimenti di genetica, infliggendo loro torture terribili.
A novembre, 50 copie del libro sono state donate da ANPI Senigallia alle classi del Liceo Classico Perticari, indirizzi Scienze Umane ed Economico Sociale. Il prossimo 28 gennaio, gli studenti potranno discuterlo insieme all’autore e ad esponenti della nostra Associazione.

La memoria è quel filo invisibile ma tenacissimo che tiene unite le comunità. La storia di un popolo non è solo un susseguirsi di date, di vittorie o di sconfitte, è innanzitutto il racconto di una identità fatta di cultura, sensibilità, simboli. Ci sono stati popoli che hanno subito tragiche diaspore ma solo quelli che hanno saputo conservare la memoria di sé sono riusciti a non perdere la speranza di un riscatto. Quando l’ANPI insiste nella difesa della memoria non è solo per conservare quel patrimonio ideale che ha portato l’Italia a sconfiggere il nazifascismo, avviando una nuova stagione di libertà. La verità è che solo ricordando chi siamo stati si può proseguire sulla strada della democrazia. Ed è questo l’insegnamento che non si deve mai dimenticare.
ANPI Senigallia Sezione Giulia Giuliani e Luigi Olivi
Senigallia, 23 gennaio 2022

ANPI Senigallia
Pubblicato Lunedì 24 gennaio, 2022 
alle ore 10:52
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