“Non si usi Omicron per spargere ulteriore panico”
Lo scienziato senigalliese Silvestri: "evitiamo di ventilare assurde restrizioni ai vaccinati e spingiamo sulle vaccinazioni"
Con un lungo post su facebook sul suo profilo pubblicato ieri, domenica 19 dicembre, lo scienziato senigalliese Guido Silvestri, direttore del Dipartimento di Patologia generale e medicina di laboratorio alla Emory University di Atlanta (Georgia, Usa) interviene sulla possibilità, di cui la stampa attraverso indiscrezioni si sta occupando in questi giorni, del tampone anche per i vaccinati al covid in vista delle feste di Capodanno e in concomitanza della diffusione della variante Omicron.
“Sarei in disaccordo totale ed assoluto. Il covid per le persone pienamente vaccinate ha una letalità ormai simile se non inferiore a quella dell’influenza, mentre il costante panico mediatico e la continua minaccia di nuove restrizioni– peraltro in una situazione in cui abbiamo 1/6 dei morti ed 1/4 dei ricoverati in terapia intensiva rispetto allo scorso anno di questi tempi– sta facendo danni enormi sia a livello socio-economico che psicologico – evidenzia in un passaggio del suo post – Vogliamo fare qualcosa? Benissimo, ma facciamo cose utili e non dannose, evitando di scatenare una “ammuina” pseudo-scientifica solo per placare la solita triade viziosa di esperti (ed “esperti”) che vedono solo i rischi del virus, di politici paurosi e calcolatori, e di media catastrofisti che vivono solo di brutte notizie (perché nessuno parla più di Germania e Olanda?). Quindi spingiamo con forza per la vaccinazione dei 5-11 anni, che io raccomandovivamente, ed acceleriamo con le terze dosi di vaccino (il cosiddetto “booster”), spiegando pazientemente e pacatamente alla popolazione perché i vaccini sono la nostra atomica contro il virus (ed evitando sia di criminalizzare gli esitanti che di ventilare assurde restrizioni ai vaccinati).
Allo stesso modo insistiamo con il super Green Pass, misura a mio avviso giusta e sensata, acceleriamo con gli antivirali (siano essi monoclonali che pillole tipo il Paxlovid), e facciamo il possibile per aumentare la capacità e l’operatività del sistema ospedaliero, rapidamente e senza lesinare sulle risorse.
Ma per carità basta con questa corsa al panico, e cerchiamo di mostrare un po’ di calma e coraggio di fronte al fuoco nemico.
PS: Quanto ad Omicron, i dati dal Sudafrica – dove i vaccinati sono meno del 50% della popolazione e dove i casi sembrano già aver rallentato – ci dicono che la letalità calcolata (numero morti/numero casi) è stata del 2.52% nella prima ondata, del 4.01% nella seconda ondata, del 2.55% nella terza ondata, ed al momento è ferma allo 0.24% per l’onda Omicron. Quindi va benissimo aspettare altre due o tre settimane prima di concludere con certezza che Omicron causi una malattia più lieve di Delta, ma evitiamo di usare questa variante per spargere panico”.
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