SenigalliaNotizie.it
Versione ottimizzata per la stampa

Poliziotto sparò durante lite condominiale a Marzocca di Senigallia, condanna a un anno

Accolta in parte la tesi difensiva dell'avv. Canafoglia: l'agente poteva avere la pistola con sè anche se non in servizio

2.099 Letture
commenti
Marconi@Associati.it - Contabilità, paghe, 730, consulenza fiscale - Senigallia
toghe, giudici, udienza, tribunale, processo

Risale a inizio settembre 2017 il diverbio condominiale degenerato, a Marzocca di Senigallia, in percosse e in un colpo di pistola, che non ha ferito nessuno, partito dalla pistola di ordinanza di un poliziotto fuori servizio, il quale stava litigando con due suoi vicini.

L’agente, stando alle ricostruzioni dell’epoca e poi emerse in udienza, si era incontrato nel garage condominiale per chiarire su un presunto danno subìto dall’auto del poliziotto stesso: in quella circostanza, però, era stato aggredito da uno dei due vicini con alcuni pugni al volto.

A quel punto, estrasse la pistola e chiamò la centrale operativa del Commissariato per richiedere un intervento in suo aiuto. Prima che arrivasse la Volante del Commissariato di Senigallia, però, partì il colpo di pistola in questione, con il proiettile che, dopo aver toccato il pavimento, si conficcò sulla porta di un garage, senza colpire i presenti.

La Procura ha sostenuto che il colpo fosse stato esploso dal poliziotto come forma di minaccia nei confronti dei suoi oppositori: per questo motivo, all’uomo era stato contestato il reato di minaccia (ex art.612 comma 2) e quello di aver portato la pistola con sé fuori dall’orario di servizio accensioni ed esplosioni pericolose ex art. 703 cp e quindi ha chiesto la condanna alla pena complessiva di 2 anni ed 1 mese di reclusione.

L’agente di polizia, difeso dall’avv. Corrado Canafoglia, ha sempre contestato la volontà di minacciare i due ed ha giustificato di aver esploso il colpo involontariamente, perché inciampato su un gradino del garage, ma anche contestato la legittimità di poter portare la pistola d’ordinanza con sé anche fuori dall’orario di servizio.

Il Tribunale penale di Ancona ha condannato l’agente alla pena di 1 anno di reclusione, accogliendo in parte la tesi difensiva dell’avv. Canafoglia, che ha richiamato la Circolare del Ministro Minniti, che impone agli agenti di polizia, a prescindere dal trovarsi in servizio o meno, di portare sempre con sé la pistola di ordinanza.

La difesa attenderà i 60 giorni per il deposito della motivazione della sentenza per proporre appello avverso la condanna del reato di minaccia.

Commenti
Ancora nessun commento. Diventa il primo!
ATTENZIONE!
Per poter commentare l'articolo occorre essere registrati su Senigallia Notizie e autenticarsi con Nome utente e Password

Già registrato?
... oppure Registrati!


Scarica l'app di Senigallia Notizie per AndroidScarica l'app di Senigallia Notizie per iOS

Partecipa a Una Foto al Giorno





Cronaca
Politica
Cultura e Spettacoli
Sport
Economia
Associazioni
Fuori dalle Mura