“Contro violenza sulle donne, a Senigallia, a gesti simbolici si affianchino iniziative efficaci”
Stefania Pagani (Vola Senigallia): "Chi ci amministra operi quotidianamente per non far mai sentire sole le donne"
Il 25 novembre è la Giornata Internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne. Istituita dall’ONU nel 1999. Ci si aspetterebbe, dopo oltre un ventennio di informazione e campagne di sensibilizzazione, che qualcosa sia cambiato negli ultimi anni.
E invece la violenza sulle donne è una tragedia che non smette mai di essere d’attualità e che è ben distante dall’essere debellata.
Nel 2021 si è contato un femminicidio ogni tre giorni mentre il numero relativo alle chiamate al 1522, numero verde antiviolenza e stalking, nell’ultimo anno è aumentato del 127%. In Italia il conto è di 89 vittime di violenza al giorno e, secondo gli ultimi dati ufficiali si segnala un notevole aumento dei casi da parte di uomini nella fascia da 18 a 35 anni.
Un dramma infinito – e vergognoso per una società che ama definirsi civile – che non accenna a mostrare segni di miglioramento in generale e che, per di più durante la fase del lockdown pandemico è esploso, aggravando situazioni pregresse di violenza e scatenandone di nuove. Insomma un fenomeno ampio e diffuso, strutturato e in crescita, che può essere contrastato solo agendo con fermezza sul fronte culturale e della prevenzione.
Quello della violenza sulle donne è infatti soprattutto un problema culturale, che nasce dall’ignoranza, dai pregiudizi e viene alimentato da una strisciante cultura patriarcale. Ognuno in base alle proprie competenze e responsabilità deve mettere del proprio e deve impegnarsi a contrastare questo fenomeno.
Ed è un impegno, una responsabilità che, oltre alla data simbolica del 25 novembre, deve essere in agenda 365 giorni l’anno nelle scuole e nella società, quindi a livello di politica locale, con azioni e progettualità costanti e diffuse. Perché non saranno celebrazioni e progetti episodici a risolvere questo problema.
Per quanto riguarda la scuola è ormai indispensabile promuovere definitivamente la cultura del rispetto dell’altro, attraverso un’educazione affettiva, sessuale e sugli stereotipi di genere, affinché questa battaglia di civiltà possa essere combattuta sin dall’infanzia. E, in questo senso, è ora che l’ampio dibattito e le esperienze in merito (che pure ci sono grazie alla sensibilità di alcuni insegnanti, dirigenti scolastici e associazioni) si trasformino in azioni concrete e strutturali.
Quello che però sento di sottolineare, come donna impegnata per la politica della mia città, è il ruolo della società rappresentata, in particolare delle istituzioni. Di fronte ai dati e alle tendenze del fenomeno, è infatti assolutamente necessario che chi ci amministra operi quotidianamente per non far mai sentire sole le donne, sostenere coloro che ogni giorno lavorano in ambito sanitario, sociale e giuridico per tutelarne i diritti, anche affiancando la rete antiviolenza esistente nel nostro territorio, potenziandola e ampliandola a tutto l’ambito territoriale sociale.
Mi auspico che l’attuale amministrazione, al di là di iniziative simboliche per sensibilizzare l’opinione pubblica (che sono sempre apprezzate, come il “tetto” di ombrelli colorati lungo Corso 2 Giugno, per esempio), sappia davvero cambiare marcia, affiancando ai gesti simbolici, iniziative efficaci. Integrando, per esempio, i progetti di carattere regionale e nazionale sul tema della violenza contro le donne che ci sono. Ma anche progettando e promuovendo qualcosa di nuovo per coinvolgere il nostro territorio in un virtuoso processo di condivisione dei valori di parità, rispetto e rifiuto di ogni forma di violenza.
Questa è la mia speranza. E per un tema come questo, su progetti seri, sarò sempre pronta a dare il mio contributo.
Stefania Pagani
Vola Senigallia
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