Vaccini, Mangialardi sulle difficoltà dell’hub di Senigallia
"In città esplodono i contagi, la campagna vaccinale arranca, ma il presidente Acquaroli pensa solo a denigrare il green pass"
“Da giorni i dati sull’andamento della pandemia indicano che a Senigallia si sta verificando un’impennata di casi di Covid-19, tanto da superare ormai significativamente la media regionale.
Un disastro annunciato nella città diventata in pochi mesi, grazie anche a certi comportamenti di alcuni esponenti di primo piano della giunta Olivetti, quasi un simbolo dei movimenti No Vax, che nella nuova Amministrazione hanno trovato orecchie attente alla loro propaganda.
Ma, come se non bastasse l’irresponsabilità di certi assessori comunali, a completare un quadro che rischia di diventare catastrofico con l’arrivo dell’inverno, ci si mette pure la Regione Marche. Il depotenziamento del centro vaccinale senigalliese in piena quarta ondata, con la drastica riduzione da 8 a 2 linee di somministrazione, è di una gravità inaudita. E dimostra una volta di più la scarsa attenzione della giunta Acquaroli verso Senigallia e la debolezza dei suoi balbettanti epigoni locali?”.
Così il capogruppo regionale del Partito Democratico Maurizio Mangialardi sulla mancanza di personale che ha prodotto un sensibile rallentamento dell’attività del centro vaccinale di Senigallia.
“Ciò che più mi preoccupa – sottolinea Mangialardi – è come ormai da settimane, di fronte all’esplodere dei contagi, il presidente Acquaroli si dimostri preoccupato solamente di sostenere la politica nazionale di Fratelli d’Italia e della sua leader Giorgia Meloni contro il green pass, dimenticando completamente i bisogni dei marchigiani e, in questo caso, dei senigalliesi.
A un anno dal suo insediamento, la scusa di scaricare le responsabilità sulla precedente giunta regionale, purtroppo per lui, non regge più. Il Covid, tra l’altro, ha cambiato tutto: si poteva e si doveva procedere all’assunzione di personale che avrebbe evitato ciò che si sta verificando in questi giorni a Senigallia come in altre località marchigiane. Dove sono per esempio i 3000 nuovi infermieri promessi in campagna elettorale dal presidente e dal suo assessore alla Sanità Saltamartini? La politica dei vuoti annunci è finita e se Acquaroli non la smette subito di fare il vassallo della Meloni, iniziando a occuparsi delle questioni per cui è stato eletto, nelle Marche si prospetta un futuro di nuove chiusure per le attività commerciali e il rischio di sovraffollamento per gli ospedali”.
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