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Il Coordinamento degli alluvionati Senigallia sulle repliche di Mangialardi

"Se il processo penale finisse con una prescrizione introdurremo un'autonoma azione civile di risarcimento"

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Alluvione del 3 maggio 2014 a Senigallia: la frazione di Cannella allagata

Preg.mo Sig. Maurizio Mangialardi,
avevamo chiesto a Lei ed agli altri indagati di rinunciare alla prescrizione, invece Lei – unico tra gli indagati – ha risposto .


Le ricordiamo che noi siamo i parenti delle vittime dell’alluvione, siamo coloro che hanno subito danni fisici e/o patrimoniali alle proprietà da quella maledetta alluvione, che secondo le accuse della Procura della Repubblica hanno una responsabilità umana.

Ha ragione a dire che oggi Lei non è “rinviato a giudizio”, ma dimentica che sino a quando il processo è stato incardinato presso il Tribunale di Ancona Lei non solo è stato rinviato a giudizio, ma aveva acquisito il ruolo di “imputato”.

Oggi è di nuovo retrocesso ad “indagato” perché il Tribunale di Ancona dopo un rinvio d’udienza di circa 1 anno si è accorto di avere nel Collegio giudicante un Giudice vittima dell’alluvione, seppur non interessato direttamente al processo, e quindi ha disposto il trasferimento del giudizio a L’Aquila.

In quel frangente i difensori degli imputati, compreso il suo, insistettero per spostare in Abruzzo il processo penale: tale posizione è legittima , ma non si nasconda dietro una parola oggi e soprattutto ricostruisca completamente l’iter.

Quando afferma poi che l’incontro pubblico con il Coordinamento degli alluvionati si trasformò in un “processo di piazza” forse allude al fatto che Le furono poste domande dirette sul suo ruolo nella fase della prevenzione e dell’allerta dell’alluvione, e Le fu chiesto conto di alcun documenti ed atti amministrativi che portano la Sua firma, ma ancora attendiamo una Sua risposta.

Forse dimentica che quella sera Le chiedemmo invano di sostenerci nella battaglia per il risarcimento dei danni e di procedere insieme nell’accertamento della verità e delle responsabilità.

Solo dopo vedemmo Lei inserito nella lista degli indagati da parte della Procura della Repubblica, che procedette autonomamente e con argomenti in parte a noi sconosciuti la sera dell’incontro pubblico ed allora capimmo la Sua ritrosia a collaborare con noi nell’accertamento della verità.

Di quella sera abbiamo la registrazione audio video, per cui siamo ben sicuri che non si trattò di un processo di piazza, ma di un semplice confronto tra liberi cittadini ed il loro Sindaco, liberi cittadini e non sudditi.

Noi non abbiamo fatto un processo in piazza, ma stia ben sicuro che verrà il momento in cui i documenti confluiti nelle indagini della Procura verranno resi pubblici a tutta la Cittadinanza, anche perché al di là dell’esito dei processi, tutti devono capire cosa è accaduto il 3 maggio 2014 perché evitare in futuro che ciò non accada più.

Ci dovremmo quindi vergognare di averle chiesto di rinunciare alla prescrizione?

L’art. 157 comma 7 codice penale riconosce la facoltà all’imputato di rinunciare alla prescrizione.

Il motivo è semplice: l’imputato, che vuole ottenere un’assoluzione piena al di sopra di ogni dubbio, può far acclarare da un Giudice la propria condotta rispettosa delle leggi senza dover ricorrere al rifugio sicuro della prescrizione.

Ora sta a Lei decidere, prescritto o assolto con formula piena.

Certo occorre certezza dell’esito del giudizio, ma se Lei è sicuro della Sua non colpevolezza perché non accetta serenamente il giudizio ?

Lei sostiene che la rinuncia alla prescrizione “non è un gioco: qui ne va della nostra vita”.

Ha ragione questo non è un gioco, né tanto meno un botta e risposta tra avverse fazioni politiche, a cui tristemente come cittadini siamo abituati ad assistere.

Qui ci sono in gioco i risarcimenti dei danni per vite che non ci sono più, di aziende chiuse e/o in gravi difficoltà economiche, di risparmi distrutti perché qualcuno non fatto il proprio dovere, come sostiene la Procura della Repubblica.

Infine nella sua replica ci chiede “perchè i comitati non hanno avviato un processo civile, come avrebbero potuto fare? “

La risposta è banale, costituendoci parti civili nel processo penale abbiamo introdotto una richiesta danni e laddove poi il processo penale finisse con una prescrizione introdurremo un’autonoma azione civile di risarcimento contro gli indagati e gli Enti coinvolti.

Non l’aveva capito o forse un bel tacer non fu mai scritto ?
E comunque, se non l’avesse capito, noi non molliamo.

Da Coordinamento dei Comitati Alluvione Maggio 2014

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