“Centri Civici. A quando?”. Se lo chiederà Diritti al Futuro con un incontro a Senigallia
Regolamento comunale e legge regionale attendono attuazione. Un dibattito vuole risvegliare coscienze su partecipazione politica
“Centri Civici. A quando?” è il primo dei cinque appuntamenti di “La Sinistra in Festa”, promosso da Diritti al Futuro, previsto per il 27 novembre, alle 17.00 nell’Aula Consiliare.
L’incontro/dibattito è finalizzato a riprendere la riflessione sulle diverse modalità partecipative in ambito locale, coinvolgendo, di più e meglio, realtà cittadine e periferiche per una Senigallia più integrata ed inclusiva.
Vogliamo ricordare intanto due date. Il 27 Luglio 2016 fu il giorno in cui il Consiglio Comunale di Senigallia approvò il Regolamento sui Centri Civici e il 21 Luglio 2020 fu quello in cui il Consiglio regionale approvò la nuova legge sulla partecipazione (n. 31). Il Regolamento e la Legge sul tema della partecipazione hanno alcuni punti in comune. Intanto, prima una precisazione.
Esistono svariate modalità per coinvolgere i cittadini nelle scelte pubbliche. Le esperienze ci mostrano, infatti, come esse tendano a disporsi lungo un continuum rappresentato da due poli che possiamo definire rispettivamente come il “modello della pressione” e il “modello del confronto”. Il primo considera la partecipazione come uno strumento destinato a dare voce ai soggetti sociali deboli, marginalizzati o tradizionalmente esclusi. Il “modello del confronto”, viceversa, intende la partecipazione come un confronto, tra cittadini che hanno idee, punti di vista o interessi diversi o contrapposti, allo scopo di elaborare soluzioni comuni e trovare punti di intesa.
La nuova legge sulla partecipazione riprende quest’ultimo modello, avvicinandosi all’ideale della democrazia deliberativa, secondo il quale, l’essenza della democrazia consiste nella discussione di argomenti tra tutti i soggetti coinvolti. I sostenitori della democrazia deliberativa ritengono che la partecipazione possa generare soluzioni migliori, più in sintonia con i bisogni di tutti, diffondendo così un maggiore senso di appartenenza alla collettività. Ma anche il Regolamento, che istituisce i Centri Civici comunali, si pone sulla stessa linea perché prevede che si possano “attivare processi di partecipazione diretta grazie ai quali i cittadini possono proporre, condividere e discutere pareri e suggerimenti riguardanti l’intervento oggetto di discussione”. Per questo, il Centro Civico può avvalersi, nello svolgimento delle proprie attività, del supporto metodologico della “progettazione partecipata”.
In definitiva, sia il Regolamento che la Legge promettono importanti opportunità per la partecipazione dei cittadini, solo che sia il primo che la seconda al momento sono al palo. Quello comunale “dorme” da cinque anni e l’altra “giace” immobile in qualche cassetto. Il dibattito pubblico del 27 novembre, sulla sorte dei Centri Civici Cittadini, vuole invece risvegliare le coscienze non solo della politica, ma dei tanti cittadini ed Associazioni che chiedono di contribuire con le loro proposte al Bene della Città. Far tornare la gente a discutere della ‘cosa pubblica’, costituisce, infatti, una sfida importantissima per reagire alla crisi della politica, ormai da troppo tempo piegata alle logiche dei partiti.
Le proposte e le idee, che Diritti al Futuro intende avanzare nel corso di questo dibattito, poggiano su alcuni principi ispiratori come:
a) Ampliare la dimensione geografica del Centro Civico nell’intento di cercare di creare comunità e aggregazione fra le frazioni e quartieri.
b) Prevedere un sistema elettivo snello e basato sulla scelta diretta del candidato, con una spinta “forzata” alla partecipazione
c) Migliore definizione delle competenze dei Centri Civici.
Al Dibattito porteranno il loro contributo:
Elena Farnè
Esperta in processi di partecipazione, rigenerazione urbana e innovazione sociale per Comuni, Istituzioni ed Enti del terzo settore.
Nicoletta Lia Rosa Paci
Assessora ai Diritti dei Cittadini e alla partecipazione del Comune di Parma
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