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Intervento di Maurizio Mangialardi sui licenziamenti all’aeroporto di Ancona

"Il presidente Acquaroli non può continuare a rimanere inerte, versando di tanto in tanto qualche lacrima di coccodrillo"

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Aeroporto delle Marche "Raffaello Sanzio", a Falconara

“La scellerata politica aziendale del fondo inglese Njiord Partners, che ha portato al licenziamento di undici lavoratori dell’Ancona International Airport, va immediatamente fermata. E la Regione Marche, che oltre a essere socio di minoranza e anche proprietaria dell’infrastruttura aeroportuale, deve adoperarsi in fretta per chiederne con forza il ritiro e spingere per l’utilizzo fino all’uscita dalla pandemia degli ammortizzatori previsti dal decreto fiscale varato dal governo”.

A dirlo è il capogruppo regionale del Partito Democratico Maurizio Mangialardi, che martedì prossimo porterà in consiglio regionale un’interrogazione alla giunta per chiedere il ritiro dei licenziamenti trasmessi lo scorso 3 novembre a 11 lavoratori dell’Ancona International Airport.

“Il presidente Acquaroli – attacca Mangialardi – “, di fronte all’emorragia di posti di lavoro che si consuma quotidianamente nella nostra regione. Nel caso dell’Ancona International Airport, poi, senza un immediato intervento, la giunta regionale dimostrerebbe di essere complice delle scelte del fondo Njiord Partners”.

“Scelte che – spiega il capogruppo dem – hanno poco a che fare con la crisi del trasporto aereo, visto che tra l’altro lo scalo marchigiano si appresta a sviluppare il settore cargo con l’apertura tra un anno del grande hub di Amazon. Direi, piuttosto, che indicano un modello organizzativo volto da un lato a ridurre e rendere sempre più precario e malpagato il lavoro, e dall’altro a usufruire dello stanziamento di ingenti risorse pubbliche senza offrire garanzie e tutele ai dipendenti. Basti pensare ai 13 milioni di euro per la pubblicità alle compagnie che indirettamente aiutano lo scalo o agli 800 mila euro in bilancio per l’apertura straordinaria dell’aeroporto in pandemia. È evidente che così si crea un corto circuito tutto a danno dei lavoratori e del territorio, come chiaramente sottolineato dalle organizzazioni sindacali che, proprio per queste ragioni, hanno proclamato lo sciopero per la giornata del 26 novembre, chiedendo di riaprire subito il tavolo di confronto con l’azienda e la Regione Marche”.

“Mi aspetto dunque – conclude Mangialardi – che presidente e giunta, almeno questa volta, facciano sentire chiara la loro voce, pretendendo il ritiro immediato dei licenziamenti”.

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