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Famigliari di ospiti Opera Pia di Senigallia: “La sanità regionale adegui le tariffe sanitarie”

Costi fortemente aumentati, famiglie non riescono a sostenerli. Lettera aperta alla Regione: "Assistenza è preciso dovere"

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Signori Amministratori regionali,
siamo i congiunti degli ospiti – ma, per la maggior parte di questi, sarebbe più corretto il termine degenti – della RSA, Residenza Protetta Fondazione Opera Pia Mastai Ferretti di Senigallia.

Ci siamo riuniti in assemblea spontanea il 21 settembre, per confrontarci sul “come”, da fuori, aiutare ad affrontare la traversata del deserto che i nostri parenti stanno percorrendo, da oramai quasi due anni, a causa della pandemia Covid 19.

Alcuni sono già caduti. Altri, deprivati del contatto e della presenza dei propri cari per troppo tempo, si stanno abbandonando lungo un percorso di cui non si conosce la fine.

Quelli che resistono, che vogliono resistere, hanno bisogno di sostegni, di aiuti per provare a farlo. Eccezionali, come eccezionale è la contingenza pandemica.

Noi abbiamo fatto, stiamo facendo e continueremo a fare tutto quello che le norme ci hanno consentito e ci consentiranno. La struttura e gli operatori della RSA – lo constatiamo quotidianamente – fanno del loro meglio, ma le necessità sono esponenzialmente aumentate.

La ridotta mobilità e deambulazione dovuta alla lunghissima costrizione in una camera (che può significare il letto e poco più), l’impossibilità di aiuto e supporto da parte dei parenti, l’isolamento, le mascherine, i compagni di stanza che escono in barella e non tornano più. Tutto questo è stato, ed è, causa di disagio, di paura, di percezione di abbandono.

Ecco, noi vogliamo, pretendiamo, che i nostri nonni, madri e padri, sorelle e fratelli, quelli che l’Istat ha definito “generazione dell’Identità e dell’Impegno”, abbiano modo di concludere la vita che gli rimane con dignità. Da persone che molto hanno dato al Paese come generazione, e che dal Paese meritano rispetto e assistenza adeguate al momento.

Il rispetto è un atto sociale collettivo, ma l’assistenza è un preciso dovere: ed è la sanità marchigiana a doverlo assolvere. Con un proporzionato impegno verso la fascia oggettivamente fragile alla quale gli ospiti delle RSA, di ogni RSA, certo appartengono.

Che si può velocemente attuare, se chi ne ha la responsabilità intende farsene carico, attraverso l’adeguamento dei contributi necessari alle strutture, sì da allinearli e parametrarli, per un welfare di dignità, a quelli delle regioni del centro-nord.

Siamo una regione che invecchia, che demograficamente decresce: noi che scriviamo e Voi che leggete, saremo verosimilmente i prossimi a doverci avvalere, per via diretta, delle nostre RSA. Vorremmo che il domani, un domani speriamo senza Covid, sia preparato, programmato, per affrontare degnamente quanto già previsto dalle curve statistiche per la parte più anziana della nostra collettività.

Chiediamo confronto e risposte su quanto Vi abbiamo evidenziato: lo facciamo fuor di politica, nell’interesse dei nostri anziani e, ancor prima, della comunità marchigiana e dei più deboli e meno protetti di questa.

Ma è la politica che adesso, subito, deve farsene convinto carico: tertium non datur.

I congiunti degli ospiti RSA

(Sono 101 i firmatari ndr)

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