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“Si mantenga il rapporto tra Senigallia e il dipartimento di archeologia di Bologna”

"Risultati significativi negli ultimi anni nel conoscere la storia della nostra città"

Valmisa.com
Scavi di via Cavallotti

Nel 2010 il Dipartimento di Archeologia dell’Università di Bologna stipulava una Convenzione con la competente Soprintendenza per i Beni Archeologici delle Marche e con il Comune di Senigallia finalizzata allo studio complessivo dell’antica colonia romana di Sena Gallica.

La convenzione è diventata subito esecutiva e ha dato risultati molto significativi: alcuni di essi sono stati editi sulle principali riviste on line di Archeologia e recentemente anche in una pubblicazione a stampa. Il progetto si è avvalso anche della collaborazione di un gruppo di geologi e geomorfologi dell’Università di Urbino per aprire nuove prospettive sulla ricostruzione della forma e delle dimensioni dell’originaria platea alluvionale su cui sorgeva la città romana.

Va anche detto che già nel 2008 in occasione della redazione del Piano Cervellati voluto dal compianto prof. Lanfranco Bertolini nelle sue funzioni di assessore, su sollecitazione di Italia Nostra tutta l’area del centro storico era stata dichiarata di interesse archeologico e quindi sottoposta a vincolo con obbligo di procedere ad indagine archeologica in concomitanza di lavori edilizi privati e pubblici che coinvolgessero il sottosuolo.

Le indagini susseguitesi in dieci anni in occasione di importanti lavori edilizi hanno portato a risultati di grande interesse per la ricostruzione della città romana. Citiamo i più importanti. Nel 2010 in via Cavallotti è stata scoperta parte di un isolato di età repubblicana a conferma della fondazione della città agli inizi del III secolo. Nel 2011 gli scavi in via Baroccio nell’area detta ex Nirvana hanno portato alla luce le testimonianze del primo insediamento romano insieme ad un luogo di culto e alle tracce delle mura urbiche.

Nel 2016 in piazza Garibaldi è stata rinvenuta la fondazione di un grosso edificio di probabile carattere pubblico insieme ad una porzione di basolato stradale sufficiente a ricostruire l’andamento della sede stradale antica. Nel 2019/20 lungo via Leopardi angolo via Mercantini una lunga campagna di scavo condotta dalla Soprintendenza archeologica ha permesso di portare alla luce testimonianze abitative d’età romana e ad un livello superiore un’ampia area cimiteriale di età medievale annessa ad una chiesa (probabilmente S. Lorenzo), mentre in una contigua area di via Baroccio sono state scoperte le fondazioni di un’abitazione di età altomedievale.

Nello stesso decennio altri saggi in via Gherardi, in piazza Saffi, in piazza Lamarmora, in via S. Martino insieme a indagini diagnostiche con il georadar e con il sistema geo-sismico e a carotaggi condotti sia dall’Università di Bologna che dalla Sovrintendenza hanno permesso di aggiungere altri contributi alla conoscenza della città romana e della geologia dell’area urbana. Particolarmente importanti le ricerche lungo il Corso 2 Giugno, soprattutto il carotaggio all’intersezione con via Arsilli condotto con il sostegno economico di Italia Nostra e Archeoclub, che ha permesso di avvalorare l’ipotesi di un antico fossato di separazione fra la città antica e quella medievale.
Con lo scadere della convenzione fra Comune, Soprintendenza e Università questo progetto così ricco di risultati rischia di perdersi. Le Associazioni Italia Nostra e Archeoclub chiedono perciò in primo luogo che l’attuale Amministrazione Comunale mantenga i rapporti con il dipartimento di archeologia di Bologna e la Soprintendenza archeologica e continui la sorveglianza sugli interventi edilizi che prevedano scavi nel sottosuolo al fine di sfruttare le occasioni per eventuali saggi di scavo. In secondo luogo sollecitano che si faccia promotore di una iniziativa editoriale per divulgare i risultati delle ricerche archeologiche fin qui condotte, perché è doveroso far conoscere ai cittadini la storia della loro città.

Contestualmente colgono l’occasione per sollecitare a che si ripristini la regolare apertura dell’area archeologica della Fenice secondo orari prestabiliti.

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