“A Senigallia, pedoni e biciclette lasciano spazio alle auto”
Diritti al Futuro interviene sulla proposta di modifica alla Ciclovia Adriatica e sulla viabilità del Ponte degli Angeli
In Europa e in Italia le amministrazioni locali si orientano su modelli di città desiderabili, fondate sul potenziamento di percorsi ciclabili, delle aree pedonali e del trasporto collettivo. Con questa prospettiva rifioriscono i centri antichi e le aree urbane pregiate, anche grazie ai processi di rigenerazione socio – economica.
Per questo bocciamo senza appello la scelta della giunta Olivetti di spostare il tracciato della Ciclovia Turistica Nazionale Adriatica. Senza logica toglierlo dal lungomare Mameli, se non quella di volere preservare gli spazi stradali per le auto e relegare il percorso ciclabile, neanche sempre ben collegato, a zone marginali, pericolose e scomode. Se non fosse vero potrebbe sembrare un paradosso grottesco e divertente: in automobile sul lungomare e in bicicletta nelle zone periurbane e periferiche (rispetto alla centralità e al pregio del lungomare). Crediamo che sia un pessimo esempio unico nel suo genere. Come buttare al vento un’occasione unica per rinnovare profondamente il lungomare nord.
Stucchevole e, a distanza di anni, anche insensata la scelta di riaprire al traffico veicolare il Ponte degli Angeli tra il Corso II giugno e Via Carducci. Si taglia l’asse di collegamento pedonale, che ha portato coesione e continuità tra il quartiere del Porto e il resto del centro storico. La passeggiata, che turisti e cittadini hanno con consuetudine calcato negli ultimi anni, sarà interrotta: pedoni e biciclette – per grande parte della giornata – torneranno ai margini, per lasciare spazio alla centralità delle automobili, che riprenderanno a scorrazzare in pieno centro storico.
Senigallia (prima di questa nefasta stagione amministrativa), negli ultimi venti anni, perseguendo innovative politiche urbanistiche associate a scelte di mobilità integrata, ha cambiato volto. E’ diventata uno dei centri urbani, tra i più riconosciuti per vivibilità e qualità del paesaggio urbano; anche se non possiamo sottacere che si poteva fare meglio e di più, soprattutto in termini di coinvolgimento della comunità nelle scelte cittadine.
Da un anno a questa parte questo processo, che avrebbe bisogno di essere perseguito con perseveranza, migliorato e portato a completamento è clamorosamente oggetto di una inversione di marcia, che smentisce qualsiasi richiamo anche al più timido percorso di transizione ecologica, a cui la crisi ambientale e i cambiamenti climatici richiamano. Un principio semplice e banale, quanto veritiero, è che più spazi dedicati e riservati alle automobili causano a caduta più veicoli in movimento, più inquinamento ambientale, meno salute e meno sicurezza.
Da un anno a questa parte il metodo dichiarato dal Sindaco e dalla Giunta per gestire la mobilità urbana e la viabilità cittadina è quello di perseguire – “con blocchetto e penna in mano” – le istanze di interessi particolari; cosa ben diversa dalla partecipazione collettiva istruita e agita in modo pubblico e trasparente Si assiste inoltre alla rinuncia di una visione e alla rinuncia della promozione di un modello, che progressivamente potrebbero ulteriormente innovare e migliorare la qualità della vita di chi abita, lavora e vive a Senigallia.
Lo slogan dell’attuale amministrazione comunale di centrodestra sembra essere: “Proteggiamo le auto e i mezzi pesanti dalla infestante invasione di pedoni e ciclisti”.
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