Sabato 18 Settembre sono andato alle ore 19:30 a Palazzo del Duca per visitare la mostra “Giacomelli/Burri, Fotografia e immaginario materico”.

Fa parecchio caldo e neanche a dirlo il centro storico è ancora pieno di turisti. Trovo il portone del Palazzo aperto per metà, entro e salgo le scale. Mi accoglie una signora che mi dice: “Guardi, la biglietteria è chiusa, purtroppo deve andare via”.

Ammetto di non essermi accorto che gli orari erano cambiati: se fino al 31 Agosto la mostra chiudeva alle 23, ora l’orario di chiusura è previsto per le 20:00. Dietro di me c’erano altre 4 persone, tutte e quattro rimaste assai contrariate e stupite da questo orario assolutamente ridicolo e inusuale, soprattutto per una mostra di questo calibro. Probabilmente alcuni di loro erano turisti, chissà che idea si saranno fatti dell’offerta culturale di Senigallia.

Al netto del fatto che pensavo che le 19:30 fosse un orario normalissimo per visitare una mostra, (e pertanto ero pronto a gustarmi l’evento), è molto triste una cosa del genere per una località che si fregia del titolo di “Città della Fotografia”.

Francamente non so da chi o da cosa dipendano queste scelte tanto infelici, sono però certo che siano abbastanza vergognose.

Il fatto davvero sconcertante è che questi orari sconclusionati siano applicati per tutte e 4 le mostre presenti in città. Perché chiudere così presto e tenere aperto per così poco?

Non sto dicendo che sia necessario permettere la visita dell’esposizione a tutte le ore del giorno e della notte, ovviamente. Credo tuttavia che una mostra o un museo, piccolo o grande che sia, al giorno d’oggi in (quasi) tutte le zone d’Italia ha un orario continuato proprio per fare in modo di intercettare il maggior numero di turisti e non solo. E così dovrebbe fare anche la Spiaggia di Velluto.

Questa non è una situazione degna di Senigallia, a meno che non si creda che la nostra città non sia in grado di fare e proporre cultura in modo appropriato.

Da Lorenzo Russo