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Carlo Montanari annuncia lo stop all’attività dell’Associazione Lotta all’Amianto

"Resto amareggiatissimo per le tante promesse ricevute in ambito politico e sanitario che si sono rivelate solamente belle parole"

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“La delusione è troppa, costante, esagerata, a volte addirittura paradossale. Di certo insopportabile ! Non ne posso più, mollo per estrema sofferenza”.

Con queste tristi parole, il presidente dell’associazione Lotta all’Amianto Carlo Montanari, ha preso una decisione drastica, ma inevitabile: “cesso l’attività dell’associazione perché con queste condizioni non si può più andare avanti e soprattutto è impossibile lavorare per tutelare la salute dei cittadini”.

L’ALA è stata costituita il 15 marzo 2004 rivolgendosi al sociale ed in particolare alla lotta contro l’amianto killer, al fine di tutelare la salute pubblica, la bonifica, sostenere le leggi attuative per ottenere riconoscimenti pensionistici o di invalida INAIL e di informazione sul problema, purtroppo ai più sconosciuto.

Nel corso del tempo l’ALA ha condotto centinaia di battaglie per eliminare presenze di amianto a Senigallia e non solo, lottando contro chi ha trascurato o non tenuto nella giusta considerazione il problema che ha determinato nella spiaggia di velluto centinaia di morti.

Questa piccola associazione è addirittura riuscita a far liquidare nell’arco di poche settimane quasi 7 milioni di euro (per la precisione 6 milioni e 830 mila euro) a favore di persone che si sono ammalate lavorando alla Sacelit di Senigallia.

Portando avanti una trattativa con i vertici della Sacelit di Bergamo, sono state analizzate, sistemate e soprattutto concretizzate decine di pratiche per risarcire appunto coloro che, lavorando alla Sacelit, si sono ammalati e sono morti a causa dell’amianto.

Grazie all’ALA, un piccolo sodalizio nato 17 anni fa, senza fini di lucro ed apolitico, sono stati risarciti e liquidati con somme di denaro più che dignitose, eredi di persone decedute. Stesso discorso anche per le persone attualmente in vita e che, a causa dell’amianto, si sono ammalate. Inoltre, nonostante una norma che prevedeva la prescrizione (e quindi nessuna assegnazione di denaro), si è giunti ad un accordo con i vertici Sacelit di Bergamo per risarcire anche gli eredi di persone decedute da più di dieci anni.

Nonostante tutto questo, l’ALA non riceve il giusto sostegno che meriterebbe e “personalmente – sottolinea il presidente – mi sento continuamente preso in giro”.

“I giudizi e gli interventi delle istituzioni tardano – spiega Carlo Montanari – e la lentezza delle denunce presentate, non mi permettono di lavorare dignitosamente per aiutare la gente.

Anziché snellire le pratiche ed intervenire in maniera autoritaria, chi di dovere in ambito sanitario, concede proroghe per bonificare l’amianto. Troppi medici continuano a nascondersi dietro al gravissimo problema ed i necessari controlli slittano periodicamente. Basta pensare ai ritardi cronici sui controlli sulla qualità dell’aria e sull’acqua potabile per rendersi conto che le cose non funzionano come dovrebbero”.

Insomma Carlo Montanari non ce la fa più e – pur garantendo di portare a termine tutte le pratiche attualmente in corso – ha deciso di cessare l’attività dell’Associazione Lotta all’Amianto. Senigallia è e resterà una città inquinata dall’amianto per le ragioni che sappiamo tutti da decenni, altro che bandiera del turismo marchigiano”.

“Ringrazio tutti coloro che in questi anni mi sono stati vicino – conclude il presidente – ma resto amareggiatissimo per le tante promesse ricevute in ambito politico e sanitario che si sono rivelate solamente belle parole. Chissà, forse un giorno, quando però purtroppo sarà decisamente troppo tardi, qualcuno rimpiangerà il lavoro dell’ALA….”

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