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Banca Marche, Avv. Canafoglia: “Mancano 4,3 miliardi e 500 milioni di interessi dei titoli”

Ascoltati in un nuovo processo il dr. Massimo Felicissimo, il dr. Pierfranco Giorgi e l'ex direttore Luciano Goffi

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Banca delle Marche

Lunedì 7 giugno, presso il Tribunale di Ancona si è tenuta un’ulteriore udienza del processo penale del crack Banca Marche.

L’avvocato Corrado Canafoglia, il quale patrocina oltre 3000 risparmiatori, ha sottoposto ad interrogazioni il dr. Massimo Felicissimo, membro del collegio sindacale della Banca durante la presidenza Goffi (anche lui presente in aula) e il dr. Pierfranco Giorgi, vicedirettore generale dall’istituto fino a marzo 2013.

A differenza di ciò che è stato sostenuto dalla Procura, il dr. Felicissimo ha dichiarato che Banca Marche nel 2013 non si sarebbe trovata in stato di insolvenza e che i 2,4 miliardi di euro mancati nel bilancio di chiusura della banca commissariata nel 2015, sono da ricercare nella gestione commissariale.

E’ stato poi ripercorso e ricostruito, dal dr. Giorgi, il cambiamento dei criteri di classificazione e svalutazione dei crediti, avvenuto per mano del direttore Goffi secondo le direttive di Bankitalia. L’ex vicedirettore generale ha precisato che il commissariamento della Banca sarebbe avvenuto proprio a causa dell’applicazioni di questi nuovi criteri, oltretutto non condivisi dal cda di Banca Marche.

Dalle dichiarazioni del teste Giorgi è emerso che lo stesso fu licenziato dall’ex direttore Goffi a causa di un contrasto avvenuto tra i due dovuto alla gestione dei criteri sopracitati. Secondo il dr. Giorgi infatti, Goffi quando era direttore generale in UBI Banca, non applicava gli stessi criteri rigidi utilizzati invece all’interno dell’istituto marchigiano.

Dalle incalzanti domande dell’avv. Canafoglia è emerso poi un particolare fino ad ora sconosciuto: il dr. Giorgi ha confermato che nel 2012 la BCE avrebbe prestato a Banca Marche 4 miliardi e 300 milioni, garantiti da titoli di Stato, con un interesse annuo del 4,5-5 %.

Nel 2013, Bankitalia si sostituisce a BCE nel credito verso Banca Marche e anche nella disponibilità dei titoli. Questi titoli vennero incassati poco dopo da Bankitalia per 1,4 miliardi, cedendo il restante credito a Fonspa e da lì si persero le tracce dei titoli.

Dalle parole del teste Giorgi si è palesato poi che la somma ricercata dal Prof. Masera (ultimo presidente del cda) per risanare Banca Marche era di 500 milioni, proprio la stessa cifra a cui ammontavano alla fine gli interessi dei titoli.

“Sinora la Procura si è concentrata su € 400 milioni che rappresentano il ” buco ” prodotto dai default dei costruttori come il Gruppo Lanari, ma nessuno ha verificato i 4,3 miliardi € dei quali non si conosce la sorte insieme agli € 500 milioni di interessi dei titoli posti a garanzia.” Così chiude l’udienza l’avv. Canafoglia, rinviata poi al 21 giugno con le prime domande ai commissari di Bankitalia.

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