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Senigallia, Bello: “Solidarietà ai Consiglieri Da Ros, Montesi e Liverani”

"Contro i consiglieri gesto esecrabile. il 25 aprile e' la festa di tutti. invito ad abbassare i toni"

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Massimo Bello

La Presidenza del Consiglio di Senigallia esprime piena solidarietà ai Consiglieri Da Ros, Montesi e Liverani, e condanna la condotta esecrabile di chi ha volgarmente ingiuriato e minacciato con appellativi indecenti i componenti eletti del Consiglio. Denigrare ed offendere le istituzioni è inaccettabile“.

Con una nota alla stampa il Presidente del Consiglio Massimo Bello interviene sull’episodio esecrabile, che ha coinvolto i tre Consiglieri di Fratelli d’Italia, che compongono la maggioranza di governo, che sostiene la Giunta Olivetti, “invitando tutti ad abbassare i toni, anche e soprattutto – dice il Presidente Bello – in prossimità di ricorrenze, che ricordano eventi e fatti storici, che caratterizzano la storia della comunità nazionale“.

“Il gesto grave non fa certo onore a chi lo ha compiuto – si legge nella nota della Presidenza – perché, con queste modalità, si disprezzano le istituzioni democratiche, il loro valore e la Festa della Liberazione dal nazifascismo, che tra qualche giorno, covid permettendo, l’Amministrazione comunale celebrerà. Episodi del genere inducono a pensare che educazione, civiltà e rispetto, anzitutto, non siano ancora patrimonio di tutti“.

Il Presidente Bello ricorda che “approssimandosi il 25 aprile, dobbiamo essere coscienti e consapevoli che, oltre alle parole, sia giusto percorrere la via dei fatti – si legge sempre nella nota – e considerare in modo più consono e più serio il significato di date così importanti per la nostra Repubblica e per la Storia d’Italia“.

Il 25 aprile è e deve essere patrimonio di tutti, di tutta la comunità. Chi ha espresso il suo pensiero in questo modo, non aiuta – aggiunge il Presidente del Consiglio di Senigallia – a ricordare con rispetto e le gesta e le azioni di quanti sacrificarono anche la loro vita per valori quali la Libertà, l’Onore, la Democrazia e i Diritti fondamentali sanciti nella nostra Costituzione“.

Le mani di chi ha imbrattato quei muri con quegli appellativi indecorosi e indegni, velatamente minacciosi, si sono macchiate di una ulteriore colpa, cioè quella di non aver compreso appieno quanto in realtà accadde durante la Liberazione, in cui l’Italia tornò finalmente libera e democratica”.

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