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Altra festa al parco interrotta dalla Polizia a Senigallia, stavolta ai giardini Lorrach

Agenti chiamati ad intervenire, ma nessuna sanzione elevata

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Giardini Lorrach in via dei Gerani a Senigallia

Era il pomeriggio di giovedì 8 aprile, quando ai giardini Lorrach, in via dei Gerani, a Senigallia, è stata chiamata all’intervento una pattuglia della Polizia, perchè ci si stava approntando a festeggiare il compleanno di una bambina.

Allertati, a quanto si apprende, da un passante, gli agenti sono giunti sul posto ed hanno trovato genitori muniti di mascherina e distanziati, mentre i piccoli giocavano tra di loro. Ma i poliziotti hanno dovuto intimare di sparecchiare il buffet predisposto sui tavoli del parco: circostanza, quest’ultima, vietata dalle restrizioni anti Covid-19.

Nessuna sanzione elevata nei confronti delle persone presenti, ma festa di compleanno terminata seduta stante.

Il tutto mentre ancora divampano le polemiche sulla stampa e sui social, da parte di tanti cittadini e dell’opposizione consiliare ed extraconsiliare, per il ritrovo analogamente interrotto dai Carabinieri al parco della Pace, dove si stava per festeggiare il compleanno della figlia del vicesindaco.

Commenti
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Glauco G. 2021-04-11 14:18:49
Voi continuate a denunciare chi vuole vivere libero..intanto...tratto da La Repubblica...per colap del vostro isterismo da covid...Se pensiamo di cominciare a vedere la fine dell’incubo sanitario chiamato Covid, sarà bene sapere che il prezzo che abbiamo pagato e che continueremo a pagare in vite umane fino al giorno di una raggiunta immunità di gregge è un assaggio di quello che ci aspetta. Il giorno in cui ne saremo fuori, faremo i conti con la peggiore delle ondate. Quella che abbiamo colpevolmente rimosso. Quella che porta il nome e la sofferenza delle centinaia di migliaia di pazienti che hanno avuto in sorte di contrarre malattie gravi, potenzialmente letali e invalidanti come e più del Covid, alla vigilia o nel corso di questo anno e mezzo di pandemia. Malati che non hanno avuto più reparti ospedalieri in cui ricoverarsi o che hanno visto diradarsi, fino a scomparire, visite specialistiche ed esami che, per dire, avrebbero potuto diagnosticare tumori prima che la loro metastasi li rendesse non più aggredibili. O che avrebbero anche soltanto impedito che si cronicizzasse un male non ancora tale.

I nuovi dati di Agenas, l’Agenzia sanitaria nazionale delle Regioni, aiutano a comprendere di cosa stiamo parlando. Dello spessore dei danni collaterali della pandemia. Nei primi sei mesi del 2020, i ricoveri sono stati 3,1 milioni, contro i 4,3 dello stesso periodo dell’anno precedente. Il che significa che sono andati perduti 1 milione e duecentomila pazienti, il 28 per cento del totale. Per altro, se si considera che nella statistica sono compresi anche i malati Covid, è agevole concludere che l’attività di cura destinata agli “altri malati” si riduce ulteriormente. E ancora: in 9 mesi, vale a dire da gennaio a settembre 2020, si sono perse qualcosa come 52 milioni di visite specialistiche e prestazioni diagnostiche, cioè il 30 per cento. Milioni di italiani non sono stati dal cardiologo, dal neurologo, dal ginecologo, dall’oculista e non hanno fatto risonanze, ecografie, tac.

Sul sito di Repubblica lo speciale "Danni collaterali"
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