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“Scelta priva di logica il rifiuto della cittadinanza a Zaki da parte di Senigallia”

La Scuola di Pace contesta la decisione della maggioranza consiliare

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Un commento
Manifestazione per Zaki
Il rifiuto della cittadinanza onoraria a Patrick Zaki da parte del consiglio comunale di Senigallia è una scelta priva di logica, che mostra insensibilità alla sofferenza umana.
 

Che cosa ci costava? Che cosa avrebbe tolto alla nostra città questo gesto di solidarietà? Tanto più che la famiglia di Patrick afferma che l’unica cosa che conforta il ragazzo, facendolo resistere alla depressione dovuta a un anno e più di carcere e alle torture fisiche e psicologiche, è proprio questa catena di solidarietà. 
 
Le motivazioni addotte nella seduta consiliare, lo affermiamo con rispetto, ci sembrano molto deboli. Non è vero che le battaglie simboliche non sono importanti. L’identità di ogni comunità umana si costruisce attorno a dei simboli che rimandano a valori più profondi. Insignire Patrick di questa onorificenza avrebbe significato affermare che chiunque venga privato dei diritti umani fondamentali trova cittadinanza a Senigallia. Mantenere affisso sulla facciata del comune uno striscione giallo per chiedere “Verità per Giulio Regeni” avrebbe ricordato a tutti che i figli torturati e uccisi ingiustamente sono nostri figli.
 
Appare allora superficiale l’argomentazione del consigliere Schiavoni in merito al fatto che si protesti soltanto per Patrick e non per tutti gli altri detenuti in Egitto che sono nelle sue stesse condizioni. Come a dire: “siccome non possiamo salvare tutti allora non salviamo nessuno”. È proprio per questo che le battaglie simboliche sono importanti; perché sono universali, valgono per tutti, anche per chi non compare nei giornali. 
 
Non si comprende, inoltre, perché la consigliera Brescini, che rappresenta il consiglio comunale nel comitato direttivo della Scuola di Pace, consideri la cittadinanza a Patrick un’operazione di facciata e inutile ma non si sia opposta alla scelta da parte dell’amministrazione della città, in risposta ad un invito di Amnesty International, di illuminare di giallo la facciata del palazzo comunale, lo scorso 8 febbraio, primo anniversario dell’incarcerazione di Patrick. Non era anche quella un’operazione di facciata?
 
È intollerabile la strumentalizzazione politica sul terreno dei diritti umani. Su battaglie di civiltà, come dare la cittadinanza onoraria a Patrick Zaki per spingere le autorità egiziane alla sua scarcerazione, o mantenere affisso uno striscione sul palazzo comunale per chiedere verità su Giulio Regeni, la nostra città dovrebbe mobilitarsi in modo unitario. 
Certo è legittimo per un’amministrazione comunale non condividere uno strumento (in questo caso la cittadinanza onoraria) ma sarebbe doverosa una proposta alternativa, coerente con la risposta già data l’8 febbraio all’appello di Amnesty International, mostrando in tal modo che la questione le sta a cuore. 
 
La Scuola di Pace tradirebbe il suo mandato istituzionale se non vigilasse sulla promozione dei diritti umani, indipendentemente dalle maggioranze politiche. Allora l’invito della Scuola di Pace all’amministrazione di Senigallia è quello di ripensarci: rimettere in discussione una propria decisione, non è segno di debolezza ma di serietà e maturità politica.
 
Scuola di Pace “V. Buccelletti” Senigallia
 
Commenti
Solo un commento
Mario2 2021-04-03 16:05:52
Andate a protestare in Egitto, vi mettete li in strada con il vostro striscione a promuovere la pace, farlo qui è inutile.
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