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Banca Marche: il teste Stefano De Polis ammette che l’istituto non era in insolvenza

Nuova udienza del processo sul crack, incalzato dall'Avv.Canafoglia il Vice Capo Dipartimento Vigilanza di Bankitalia

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Banca delle Marche

Un lungo interrogatorio, durato più di cinque ore, si è tenuto nella mattinata di lunedì 15 marzo presso il Tribunale di Ancona per l’udienza del processo penale del crack Banca Marche.


A deporre il dr. Stefano De Polis , Vice Capo Dipartimento Vigilanza bancaria e finanziaria di Bankitalia e da ottobre 2015 Responsabile dell’unità di Bankitalia incaricata della risoluzione e gestione delle crisi bancarie.

L’Avv. Corrado Canafoglia, difensore di oltre 3000 risparmiatori truffati, conduce l’imputato ad ammettere l’imbroglio, chiedendo al teste di ripercorrere le tre ispezioni che Bankitalia aveva effettuato, tra il 2010/2011, nei confronti di Banca Marche.

Durante questi accertamenti, spiega il dr. De Polis, sono stati effettuati controlli sui leasing, dai quali è emerso che Banca Marche risultava carente nei processi di erogazione dei crediti. Anche nell’ambito dell’antiriciclaggio è emersa un’azienda poco attenta; a tal proposito si è fatto poi riferimento all’ex Direttore Generale Bianconi, accusato di aver cambiato per cassa degli assegni ed averli sostituti con altri assegni di pezzature minori. Movimenti di non chiara trasparenza.

Il terzo settore sottoposto a controllo, riguardava la gestione tecnica, ovvero crediti e liquidità, dai quali risultava una crescita disomogenea tra attività e passività, dovuta da una disparità d’aumento tra impieghi, maggiori della raccolta.
Le criticità maggiori sono emerse soprattutto riguardo una spiccata carenza dell’attività di gestione e controllo del debito, cioè, non erano stati adottati criteri specifici per la prevenzione del debito; tutto questo nonostante Banca Marche gestisse operazioni di grosso taglio, soprattutto nel settore immobiliare.

L’avv. Canafoglia è riuscito ad arrivare al nocciolo della questione quando il teste ha iniziato ad affrontare la fase del commissariamento. Dopo numerose e mirate domande, il dr. De Polis ha ammesso che, nel settembre 2013,  Bankitalia ha erogato a Banca Marche un prestito E.L.A (emergency liquidty assistance) per 4 miliardi e 200 milioni di euro. Si tratta di un finanziamento straordinario che viene concesso solo a banche solvibili che si trovano in crisi temporanea di liquidità. Da tali affermazioni è allora emerso che Banca Marche all’inizio del commissariamento non si trovava in stato di insolvenza.

Il teste specifica poi che, con questi finanziamenti ricevuti, Banca Marche ha saldato un debito che aveva con la BCE. Successivamente, quando Banca Marche ha restituito a Bankitalia il finanziamento di 4miliardi e 200 milioni, a fine 2015 si è trovata senza liquidità, giungendo così alla risoluzione. Infatti dai complessivi € 745 ml di perdite riferibili ad agosto 2013 accertati prima del commissariamento , si è giunti nel bilancio 2015 ad un totale di 2 mld e 372 ml di perdite totali.

L’operazione di erogazione del prestito E.L.A e la sua successiva restituzione è un operazione che non è stata segnalata ad enti di controllo: il teste ha dichiarato che non fosse necessario notificare i movimenti, nonostante l’ingente somma in questione.

La seconda e centrale questione rinvenuta durante l’interrogatorio, riguarda la cessione di crediti deteriorati per un ammontare complessivo di 5 miliardi € al prezzo di 1,5 miliardo che Banca Marche ha ceduto a REV- Gestione Crediti S.p.a senza alcun anticipo. Arrivati a questo punto, l’Avv. Canafoglia incalza ” Chi ha dato 1,5 miliardi contabili a Banca Marche?” La risposta del teste si è concentrata sul dichiarare che REV ha restituito a Banca Marche il debito, il quale è poi finito nella sua good bank.

Un passaggio delicato dell’udienza, si è registrato durate la determinazione del ruolo avuto dai commissari nominati da Bankitalia, riguardo il controllo della condotta di Banca Marche. L’Avv. Canafoglia allude a possibili “occhi chiusi” di fronte a cospicue quantità di patrimoni legati a reati di bancarotta fraudolenta.

“Bankitalia è un’istituzione pubblica”, questa, a detta dell’Avv. Canafoglia, è la generica ed errata affermazione data dal dr.De Polis, come risposta alla provocazione del legale stesso, il quale riprende subito la parola precisando che Bankitalia non è un soggetto pubblico, ma è partecipato dalle banche, ed in particolare da Intesa San Paolo , maggior azionista dell’Ente di via Nazionale ed il suo compito era quello di tutelare il risparmio e non solo le banche.

“Oggi son state confermate condotte che aprono soluzioni di risarcimento per i risparmiatori truffati di Banca Marchechiosa l’Avv. Canafogliaal di fuori delle responsabilità degli attuali imputati”.

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