“Vaccini per gli operatori sociali”: l’appello della Caritas di Senigallia
"Proteggere chi mette in pericolo la propria salute lavorando in prima linea nelle strutture d'accoglienza"
Dopo quasi un anno di convivenza con il Covid-19, le precauzioni da adottare per salvaguardare la propria e l’altrui salute, sono ormai note a tutti.
C’è sempre però chi sceglie di seguirle e chi, nel pieno delle proprie facoltà, decide invece di non farlo. Ma cosa accade a chi , questa possibilità di scelta non ce l’ha ?
Si fa riferimento a tutte quelle categorie che, per adempiere al proprio dovere lavorativo, sono costrette a mettere in pericolo la propria salute. E’ questo il caso degli operatori sociali, come quelli impegnati all’interno della Caritas di Senigallia, da dove parte un’urgente richiesta d’aiuto: inserire tutti gli operatori sociali nel programma di vaccinazione.
Ed è proprio da una struttura d’accoglienza di questa Onlus che, nella serata di lunedì 1 marzo, una mamma incinta e con un bambino di due anni è stata trasportata all’ospedale, a causa di una crisi respiratoria. Il risultato del tampone rapido, a cui la donna è stata sottoposta, ha subito rivelato la sua positività al Covid-19.
Nonostante il rischio d’infezione, l’operatrice sociale della Caritas di Senigallia di turno quella sera, non ha esitato due volte a raggiungere il bambino della donna rimasto solo in casa dopo il ricovero della madre.
Un gesto che, in una condizione di normalità potrebbe considerarsi ovvio, ma, data la delicata circostanza si trasforma in un atto di coraggio in cui l’operatrice in questione decide di rischiare la propria salute per il bene del bambino rimasto incustodito. La pericolosità di questo gesto, non sarebbe stata tale se l’operatrice sociale fosse stata vaccinata e dunque protetta dal possibile contagio da Covid-19.
Questa è solo una delle tante circostanze per le quali la Caritas di Senigallia si appella alle autorità ministeriali per inserire al più presto tutti gli operatori sociali nel programma delle vaccinazioni.
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