GSA Senigallia: “Valutare soluzioni alternative all’abbattimento degli alberi”
"Anche pianificando la ripiantumazione delle aree in questione, ci vorrebbero diversi anni prima che gli effetti positivi siano consistenti"
Prevenire l’abbattimento degli alberi nei centri urbani è una questione primaria per la qualità della vita cittadina nella sua globalità, soprattutto quando riguarda gli alberi di prima grandezza. Nel caso in cui il verde urbano generi preoccupazioni – per esempio al manto stradale o alla sicurezza dei cittadini – è però sempre importante valutare le possibili soluzioni alternative all’abbattimento. Spesso infatti si sottovaluta il contributo che gli alberi, a completo sviluppo e di discrete dimensioni, forniscono al benessere dell’ambiente urbano, interpretando la difesa dell’albero come una questione di principio, piuttosto che un pensiero critico sviluppato a partire da argomentazioni reali e scientifiche.
È noto che tra i principali benefici del verde urbano rientra l’assorbimento dell’anidride carbonica atmosferica attraverso il processo di fotosintesi clorofilliana; tale CO2 deriva da svariate fonti di emissione, tra cui la più consistente è il traffico automobilistico. In questo ambito è importante sottolineare che gli alberi maturi rimuovono gli inquinanti atmosferici circa 70 volte più efficacemente di quelli giovani. In particolare, uno studio recente condotto dalla James Cook University (Australia) stima che un’essenza arborea di medie dimensioni che ha raggiunto la propria maturità e che vive in un contesto cittadino, quindi stressante, assorbe in media tra i 10 e i 20 kg CO2 all’anno. Secondo la Società Internazionale di Arboricoltura il valore degli alberi aumenta man mano che essi si accrescono e “un albero di grandi dimensioni può produrre ossigeno sufficiente per almeno 4 persone”.
Molte volte ci si imbatte poi in quella sensazione di freschezza dei viali alberati, quando passeggiamo in città nelle ore più calde e ci nascondiamo sotto le loro chiome ombreggianti: questo si spiega perché gli alberi che costituiscono il verde cittadino hanno il merito di mitigare l’effetto “isola di calore” delle città, generato sia dalle proprietà termiche dei materiali con cui è costruito l’ambiente urbano – pavimentazioni, strade asfaltate, edifici – che assorbono e mantengono il calore, sia da attività umane tra cui motori e caldaie. La mitigazione di questo effetto è possibile grazie al potenziale di ombreggiamento della pianta, ma anche ad un altro importante processo: attraverso le radici la pianta assorbe acqua dal suolo e la trasmette agli apparati fogliari in cui l’acqua passa dallo stato liquido a quello di vapore e, attraverso le aperture degli stomi, si diffonde nell’atmosfera con il fenomeno della traspirazione; contemporaneamente il suolo perde acqua per evaporazione diretta. L’insieme di questi due fenomeni determina l’evapotraspirazione, ovvero quel processo che sottrae calore all’ambiente e da qui la sensazione di fresco che si percepisce sotto le chiome di grandi alberi. Si calcola – secondo uno studio svolto dalla climatologa svizzera Martine Rebetez – che la presenza di vegetazione matura su un suolo asfaltato permette di ridurre la temperatura dell’aria fino a 5 °C. Quest’ ultimo elemento comporta anche effetti meramente economici, oltre che di disagio generale, per quei cittadini che abitano lungo le vie private della protezione delle alberate, come la necessità di ricorrere molto di più ai condizionatori con relativi consumi energetici, di ventilare maggiormente i locali, ecc.
Questo è tutto ciò a cui dovrebbero pensare bene quei cittadini che si lamentano in continuazione dei disagi causati dagli alberi lungo le vie cittadine, magari per motivazioni banali e spesso rimediabili. Sì, perché tra le motivazioni dei tecnici comunali per giustificare gli abbattimenti ci sono anche, a volte, “le continue e ripetute lamentele dei residenti”.
Risulta perciò chiaro che l’abbattimento di alberi a completa maturazione nel centro urbano porta ad una perdita importante di numerosi vantaggi. Anche pianificando una corretta ripiantumazione delle aree in questione, inserendo per esempio specie a rapido accrescimento, ci vorrebbero comunque diversi anni prima che gli effetti positivi sulle temperature e sulla qualità dell’aria siano sufficientemente consistenti per fornire benefici.
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