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Processo crack Banca Marche: ascoltato per oltre 5 ore come teste il Prof. Alessandrini

Molti i particolari salienti riportati dall'ex Consigliere del CdA e membro del comitato di controllo sui rischi dell'istituto

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Banca Marche, sede di Jesi

Presso il Tribunale Penale di Ancona si è svolta lunedì 8 febbraio una nuova udienza nell’ambito del processo penale sul crack di Banca Marche.

L’udienza prevedeva la deposizione del Prof. Pietro Alessandrini, che è stato in passato consigliere del CdA di Banca Marche e membro del comitato di controllo e rischi dell’istituto bancario. Il teste è stato interrogato dall’Avv. Corrado Canafoglia per oltre 5 ore.

Tra i vari particolari salienti riportati dal Prof. Alessandrini, la conferma che il 12 agosto 2013 il Prof. Masera, ultimo presidente del CdA di Banca Marche, inviò a Bankitalia una nota in cui veniva suggerito il ricorso all’amministrazione straordinaria: un risvolto finora sconosciuto, dato che, fino ad oggi, tutti sapevano che il Prof. Masera in quel periodo si stava invece attivando per cercare una soluzione alla crisi della banca.

Il Prof. Alessandrini ha poi confermato che Bankitalia a settembre 2013 versò 4 miliardi e 300 milioni a Banca Marche, in modo che quest’ultima potesse saldare il debito che aveva maturato verso la Banca Centrale Europea. Tale somma fu poi recuperata da Bankitalia durante il commissariamento.

Inoltre, il teste ha rivelato che il prestito della BCE era garantito da crediti in bonis, che Banca Marche aveva verso la propria clientela, crediti questi però che non furono svalutati a differenza di quelli invece che erano liberi in pancia della banca.

E’ infatti da ricordare che la notevole svalutazione dei crediti produsse una perdita di 750 milioni di Euro, provocò il commissariamento della banca e venne portata avanti dagli uffici della banca e da un team di ispettori di Bankitalia, i quali però non diedero la giusta attenzione ai crediti che invece erano stati dati in pegno a BCE.

Il prof. Alessandrini ha anche raccontato, durante l’udienza, che a luglio-agosto 2013 ci furono contatti con vari potenziali partners bancari interessati a partecipare ad entrare nel capitale sociale di Banca Marche e tra essi anche il gruppo San Paolo Intesa. Trattative che non andarono in porto, ma non va poi dimenticato che Banca Marche è rientrata oggi nel gruppo San Paolo per un prezzo di 0,33 Euro.

Il Prof. Alessandrini ha infine confermato fu il Direttore Generale Goffi, che si confrontava con Bankitalia, ad adottare i criteri di svalutazione dei crediti: quindi il CdA della banca non potè che recepire tale massiccia svalutazione dei crediti.

Il processo è stato rinviato a lunedì 15 febbraio.

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