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Allevamento cani Trecastelli, i titolari: “abbandonati dalle Istituzioni”

"Siamo disperati, abbiamo cercato di fare il nostro lavoro": ecco la loro versione dei fatti

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Luca Bonvini - Officina impianti GPL e metano - Senigallia

Dopo l’articolo di martedì sul sequestro di un allevamento di cani a Trecastelli – compiuto nei giorni scorsi dai Carabinieri Forestali di Ancona congiuntamente alle Guardie Zoofile del Nucleo Vigilanza WWF e della Legambiente di Ancona, coadiuvati dai volontari dell’Associazione Amici Animali di Osimo, su delega della Procura della Repubblica di Ancona – ci contattano i titolari dell’allevamento stesso.


Franco, Olga e Marianna, titolari dell’allevamento Itshow Kennel di Trecastelli, intendono rendere nota la loro versione dei fatti, che riportiamo fedelmente e integralmente.

“Purtroppo, la grave situazione in cui versa la struttura e gli animali non sono altro che la conseguenza del blocco sanitario avvenuto nel giugno 2020 e delle mancanze gravi ed inaudite di provvedimenti tempestivi ed idonei da parte delle istituzioni nonostante quest’ultime siano state da noi sollecitate in ogni modo e a conoscenza delle problematiche – sottolineano – La prima problematica riguarda la struttura, nonostante siano stati fatti tutti i lavori necessari, ottenuti e regolarmente depositati i permessi di ampliamento la Asur non ha mai aggiornato la capienza di cani all’interno della struttura che risulterebbe essere ben superiore rispetto al numero di 61 dichiarato negli articoli”.

“Riguardo al maltrattamento– continuano – già nel 2018 i Nas avevano provveduto a ispezionare l’allevamento riscontrando un numero alto di cani ma nessuna forma di maltrattamento. Hanno provveduto a ispezionare nuovamente la struttura nel 2019 rilevando che gli accoppiamenti erano diminuiti nei limiti del possibile e che nessuna forma di maltrattamento era in atto.
Ad aprile 2020, in seguito ad un anomalo parto riscontrato, abbiamo provveduto a nostre spese e nel nostro interesse ad eseguire dei test di laboratorio specifici per scoprirne la causa, la nostra veterinaria indica specificatamente all’istituto zooprofilattico di Ancona di cercare anche la ‘’brucella canis’’ batterio poco conosciuto, non testato e di cui l’Italia si credeva indenne (non venendo mai ricercato). I primi di maggio 2020 si ottiene la positività al batterio in un feto e viene segnalata la possibile infezione all’interno della nostra struttura. Ci siamo dunque ritrovati di fronte a un vuoto normativo in assenza di linee guide e protocolli da seguire, l’istituto zooprofilattico di Teramo rilascia infatti il primo protocollo ufficiale denominandolo ‘’protocollo zero’’ a luglio 2020.
A giugno 2020 arriva la prima ordinanza restrittiva dal Sindaco di Trecastelli, vietandoci la commercializzazione e la movimentazione dei cani in attesa di provvedimenti sanitari. Al momento in allevamento risultavano poco più di 500 cani con pochi cuccioli. Nessuna segnalazione di maltrattamento in seguito al censimento della Asur e nessun cane in condizioni non idonee. I funzionari di Asur, epidemiologo incaricato, istituto zooprofilattico sono regolarmente venuti sul posto (documentato nelle foto presenti nei nostri telefoni). Se gli animali fossero stati tenuti in condizioni non compatibili alla loro natura, per quale motivo le istituzioni in carica e presenti sul posto non sono intervenute all’epoca segnalando lo stato dell’allevamento? Ma soprattutto una malattia così grave da essere considerata pericolosa per l’uomo, che blocca un allevamento per mesi, perché in Italia non è stata mai controllata e non è stata mai fatta prevenzione? E perché nessuno di noi e nessuno dei nostri dipendenti è stato controllato e nessuna analisi è stata fatta nonostante la vicinanza e la presenza degli animali in casa?
Da quel momento in poi la situazione purtroppo ha cominciato lentamente a degenerare”.

“Non sapendo all’epoca la quantità di animali infetti abbiamo rispettato il suggerimento dell’Asur di non muoverli cercando di isolare il più possibile il rischio di infezione ed evitando possibili contagi tra cane e cane – proseguono i titolari – Purtroppo, però i primi test sono stati eseguiti solo ben 2 mesi dopo il blocco e la risposta con conferma effettiva della brucellosi è arrivata solo il 18 agosto 2020 (nonostante l’Asur abbia promesso i risultati entro pochi giorni), ben quindi 3 mesi dopo il blocco dell’attività.
Il 25 agosto ci siamo recati in Comune per una riunione con Sindaco, Protezione Civile e Asur esponendo anche le difficoltà economiche subentrate dopo tre mesi di fermo e segnalando l’urgente necessità di intervenire sulla riproduzione per fermare l’epidemia e bloccare le nascite. Abbiamo inviato PEC esponendo la situazione agli enti competenti e anche ad associazioni animaliste. Abbiamo contattato la Regione che si è espressa affermando che “esistono indennizzi per la brucellosi ma la tipologia canis non rientra tra questi indennizzi” lasciandoci al nostro triste destino.
Sempre in agosto 2020 esce un’intervista di Fraboni Marianna dove espone la situazione e la mancanza di risultati e, nonostante ciò, nulla si muove”.

“Il 18 agosto arriva in allevamento la risposta dei test di laboratorio. Dopo 3 mesi di incertezze, riusciamo finalmente ad effettuare la prima separazione tra positivi e negativi. I test vengono ripetuti i primi di settembre con esiti ricevuti solo a fine ottobre – spiegano ancora Franco, Olga e Marianna – Nel frattempo, nessun provvedimento viene preso in merito agli accoppiamenti nonostante le numerose PEC del nostro legale dove espressamente chiediamo di intervenire e bloccate le vendite la struttura inizia ad implodere. Proponiamo spostamenti e ulteriori spazi per separare gli animali, chiediamo la sterilizzazione e aiuti ma niente viene preso in considerazione, inoltre non ci vengono neanche consegnate dall’Asur le liste dei cani malati perchè viene considerato un documento interno, e noi siamo costretti a separare i cani con i risultati dei test non molto comprensibili a non specializzati. Il nostro legale in una lettera alle istituzioni richiede il sequestro della struttura, non potendo più far fronte alla situazione e sperando che ciò possa salvare almeno gli animali, non piu’ l’allevamento e la nostra vita.
A fine ottobre risponde anche il Ministero della Salute indicando un piano di risanamento e sottolineando che “i cani negativi possono essere ceduti a qualsiasi titolo”. Questo pero non viene minimamente preso in considerazione dagli Enti: i cani positivi rimangono in allevamento isolati, le Istituzioni avrebbero dovuto procedere all’allontanamento come specificato nelle linee guida di Teramo; i cani negativi sani, isolati e chiusi come indicato dall’Asur per limitare i contagi rimangono in allevamento, in spazi che a due mesi di vita dei cani sono idonei, ma che con la crescita diventano assolutamente insufficienti”.

“Cani chiusi in spazi stretti per mesi cominciano anche ad accoppiarsi facendo aumentare il numero di cucciolate – concludono i titolari dell’allevamento – ed ecco che si arriva a un numero di cani inconcepibile, chiusi in spazi stretti per limitare i contagi, tenuti in casa per mancanza di spazi. Abbiamo segnalato alle autorità l’impossibilità economica nel mantenerli. ASUR, NAS, Protezione Civile sono venuti regolarmente in struttura e sono sempre stati a conoscenza del degrado e del peggioramento rapido della situazione.
Alla luce degli articoli usciti nei nostri confronti vorremmo porre alla vostra attenzione anche la versione di chi è stato completamente abbandonato dalle Istituzioni dopo aver cercato di fare il proprio lavoro tutelando la salute dei propri animali. Siamo alla disperazione assoluta da diverso tempo.
In attesa che finalmente dopo otto mesi qualcosa si muova e che questi animali finalmente abbiano una vita dignitosa, considerata la gravosa ormai situazione economica in cui ci troviamo e lo stremo delle forze per salvarli, chiediamo aiuti economici o di sostentamento (crocchette) a chiunque abbia la possibilità di aiutare gli animali.
Nonostante il sequestro gli animali sono ancora in struttura in attesa di provvedimenti, continua il “maltrattamento””.

Commenti
Solo un commento
romolo
romolo 2021-01-21 13:21:08
Allora il servizio Veterinario della Asl funziona?
Ci si può fidare ?
A voi le debite conclusioni !!!!
ATTENZIONE!
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