Nel 1966 Lanfranco Colombo fonda la galleria Il Diaframma a Milano in zona Brera, su suggerimento di Cartier Bresson, che lo sfidò a copiare il modello di Porquerolles.

La galleria, la prima in Europa dedicata alle sole mostre di fotografia, ospitò all’inaugurazione nel 1967, la mostra del fotografo italiano Paolo Monti.

Il compianto critico e fotografo Lanfranco Colombo, ideatore della prestigiosa galleria di fotografia italiana Il Diaframma, tra i massimi esponenti della storia e della diffusione della fotografia italiana, in occasione della Mostra: By pass di gruppo. Fotografia italiana in Bianco e nero 1936-1992, Saloni della Rocca Roveresca, Senigallia 1992 ebbe a scrivere nella presentazione del catalogo della mostra (E.Carli-Scritti di Fotografia, Adriatica Editrice, Ancona 1992): Recuperare quindi, in occasione dei dieci anni di attività del Centro Studi Marche(la cooperativa culturale di Senigallia che ha organizzato l’evento), l’esperienza e la lezione di oltre 50 anni di produzione fotografica in bianco e nero, significa a mio avviso fondare una scommessa sulle radici forti di un “genere”(ma è giusto parlare ancora di generi?) che- proprio perché riduce tutto all’essenziale-offre ai nostri tempi non solo un esempio di scrittura e di espressione, ma anche un “modello culturale” di serietà e di coerenza.

Partecipano alla mostra: Claudio Adorni (Chiasso,Svizzera), Gianni Berengo Gardin (Milano), Piergiorgio Branzi, (Signa) Giuseppe Cannoni(Pescara), Enzo Carli (Senigallia), Giuseppe Cavalli (Lucera), Enzo Cei(Massa Carrara), Pietro Donzelli (Milano), Luigi Erba(Lecco),Stanislao Farri (Reggio Emilia), Ferruccio Ferroni(Mercatello sul Metauro), Mario Giacomelli (Senigallia), Paolo Mengucci (Senigallia), Paolo Monti (Milano), Ambrogio Negri(Milano), Rinaldo Prieri(Torino),Giorgio Rigon(Treia), Aristide Salvalai(Senigallia), Ferdinando Scianna (Bagheria), Giorgio Tani(Firenze), Giuliana Traverso(Genova), Sofio Valenti(Sortino), Pierpaolo Zani(Savignano sul Rubicone).
E’ un sistema integrato – dall’iniziazione al by pass di gruppo- che si avversa all’angoscia dei protagonisti e al conflitto generazionale in fotografia: il rituale fotografico coinvolge la fotografia al di là della sua natura, nella sua sostanza di espressione globale.

Dopo una serie di esperienze e discussioni tramutatesi in autoanalisi collettiva sulla propria collocazione, sulle proprie motivazioni in sintonia con le questioni e condizioni dell’ essere fotografia, stimolati da una regia coinvolgente, nasce l’idea di realizzare una mostra diversa dalle altre collettive. Una collezione di immagini che costituisca un insieme integrato perché la totalità delle idee può essere meglio comunicata dalla configurazione totale delle immagini accostate.

La mostra racconta storie intrecciate: quella dell’individuo, quella del gruppo e quella delle reazioni di entrambi all’ambiente circostante. L’occasione del perché e come si fa fotografia, attraverso l’interazione continua, diviene processo di apprendimento e di conoscenza.

Le immagini presentate in mostra, nei loro rapporti e ritmi, tramano più esperienze liberamente interpretate, restituiteci nella grazia di uno stile maturato tra riflessi inediti e la consapevolezza critica, tra il fervore di una serrata “performance” e l’impegno di realtà, tra la seduzione della materia e le scorie della nostra civilizzazione.

Da questa mostra i fotografi del Centro Studi Marche di Senigallia prenderanno spunto per la realizzazione nel 1995, del Manifesto Passaggio di Frontiera, che ha ottenuto nel 2013 il premio nazionale Città di Fabriano.
Ma questa è un’altra storia.

da Enzo Carli