Palazzetto Baviera e Palazzo Gherardi: due casi a confronto
Cremonini: "Un errore quello di vincolare il restauro al Museo della Fotografia"
Apprendo con molto piacere che il Camerino della Vittoria, splendida opera di Federico Brandani al Palazzetto Baviera, ha vinto grazie al voto popolare un contest per l’assegnazione di fondi destinabili al restauro di opere d’arte.
Il Palazzetto Baviera è un gioiello rinascimentale non solo senigalliese o marchigiano ma italiano e questo restauro sarà un modo ulteriore per onorare la generosità della marchesa Barbara Marazzani Benedetti Baviera che nel 1947 decise di regalare la sua dimora alla città di Senigallia, con preghiera che essa venisse resa dal Comune sempre visitabile a tutti i senigalliesi.
Dall’altro lato c’è però il caso di Palazzo Gherardi. Il Gruppo FAI Senigallia già da diversi mesi l’ha indicato come ‘luogo del cuore’ da votare al fine di ottenere un finanziamento del FAI nazionale per restaurarlo: ad oggi però (mancano 13 giorni alla fine della campagna) i voti ottenuti online sono poco più di 1.500 – il primo bene in classifica ne ha oltre 30.000, – e a meno che non giungano migliaia e migliaia di voti cartacei, il Palazzo Gherardi difficilmente si aggiudicherà alcunché.
Dove sta dunque la differenza? A mio avviso si tratta di un errore metodologico. Per prima cosa il Gruppo FAI Senigallia ha sbagliato a voler vincolare la votazione del Palazzo Gherardi alla realizzazione del Museo della Fotografia, di concerto con la precedente giunta comunale che da anni voleva fare di Palazzo Gherardi il MART di Senigallia.
Già a suo tempo feci notare che un bene come Palazzo Gherardi deve essere restaurato per un fine nobile, quello delineato nel testamento del conte Adolfo Gherardi ossia l’istruzione dei giovani privi di mezzi, e non l’esposizione di opere d’arte del multimilionario circuito del contemporaneo.
Il secondo errore metodologico è intrinseco al concorso I Luoghi del Cuore del FAI. Scorrendo il regolamento, si nota facilmente che il primo premio ammonta a 50.000 euro, una somma con la quale a Palazzo Gherardi si possono rifare, forse e se va bene, le grondaie esterne.
Il Palazzo richiede investimenti assai più ingenti che non possono prescindere dal coinvolgimento diretto dell’amministrazione comunale la quale, pur non potendo trovare i denari nel suo bilancio, deve farsi attiva promotrice di questo reperimento: erano stati trovati i soldi per il falso storico di Piazza Simoncelli e non si possono trovare quelli per Palazzo Gherardi?
Viene da pensare che in realtà la sorte del vecchio Liceo Classico – perché questa è la migliore destinazione che si possa pensare per il Palazzo, quella che avrebbe approvato anche il Conte Gherardi essendo in perfetta sintonia col suo testamento, – non interessi molto alle amministrazioni di qualsivoglia colore politico.
Benissimo quindi per il Palazzetto Baviera e, come sempre, piuttosto male per Palazzo Gherardi.
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