Omicidio Manduca: attesa decisione Corte di Appello su risarcimento a 3 orfani di Marianna
E' auspicabile un atto concreto che restituisca giustizia agli orfani e onore allo Stato italiano
Proprio nel periodo in cui ricade la Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne torna in auge un episodio di cronaca che purtroppo ben racconta questa piaga: l’omicidio di Marianna Manduca, uccisa dall’ex marito nel 2007 a Palagonia.
Le prossime settimane, più precisamente il prossimo 9 dicembre, la Corte d’Appello di Messina sarà chiamata a decidere se concedere il risarcimento ai tre orfani della donna. Una vera e propria battaglia giudiziaria a colpi di sentenze che fino a questo momento hanno prima riconosciuto e poi negato la legittimità della richiesta: ora si attende la sentenza definitiva nella speranza che la vicenda, divenuta il simbolo della violenza inascoltata sulle donne, possa avere giustizia.
Al riguardo, alcuni giorni fa è intervenuta anche la vicepresidente della Camera Mara Carfagna: “Il 9 dicembre la Corte d’Appello di Messina dovrà decidere se concedere il risarcimento dei danni ai tre orfani di Marianna Manduca, uccisa nel 2007 dall’ex marito. Nonostante le 12 denunce di Marianna, nessuna autorità fece nulla per fermare in tempo la mano dell’uomo. E oggi l’Avvocatura dello Stato non vuole riconoscere questa responsabilità di fronte alla richiesta dei figli. Mi appello al governo affinché fermi questa causa insensata. Abbiano il coraggio di dare un segnale forte in vista del 25 novembre, Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne, con un atto concreto che restituisca giustizia agli orfani e onore allo Stato italiano”.
E’ auspicabile che lo Stato faccia la sua parte e conceda ai tre figli di Marianna quel risarcimento che, inizialmente, era stato loro assegnato dopo una sentenza storica, che aveva riconosciuto l’inerzia delle autorità di fronte alle ripetute richieste di aiuto che la donna aveva formalizzato attraverso le sopracitate 12 denunce. L’avvocatura dello Stato aveva poi impugnato la prima sentenza, fermando così il risarcimento, circa 250mila euro, e negando ai tre orfani almeno un aiuto che non li ripagherà mai di quanto è stato loro tolto ma che li potrebbe aiutare a costruirsi un futuro. Naturalmente, oltre l’aspetto economico, c’è in ballo molto di più: riconoscere il risarcimento rappresenterebbe un’ammissione di colpa da parte dello Stato stesso e certificherebbe, oggi più che mai, la necessità di un cambio di rotta per quello che riguarda la prevenzione e la tutela delle donne.
Questa è la causa contro lo stato che non ha protetto chi ha presentato 12 denunce.
Non c'entra assolutamente niente il penale contro l'assassino.
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