Violenza di genere, dati allarmanti nelle Marche
Richieste di aiuto a +73% durante il lockdown. I sindacati: "combattere l'arretramento culturale"
“25 novembre 2020: Giornata mondiale contro la violenza sulle donne.
Non una celebrazione né una ricorrenza, tanto più in questo tempo della pandemia in cui sono da rifuggire più che mai le formule retoriche e in cui, semmai, abbiamo bisogno di parole di senso per rappresentare la realtà e comunicare la necessità di un impegno comune per la difesa dei diritti e per la promozione della parità, combattendo ogni rischio di arretramento culturale“.
A sostenerlo sono i sindacati CGIL, CISL E UIL Marche.
“Perciò il 25 novembre è per noi la data in cui rinnovare il patto di alleanza contro ogni forma di violenza e di discriminazione di genere, ora e ancora – dichiarano le Segretarie regionali di CGIL CISL UIL Marche Daniela Barbaresi, Cristiana Ilari e Claudia Mazzucchelli – perché la violenza contro le donne non è un problema del singolo, magari presentato dai social media come fosse un malato da curare o preda di un raptus, ma è un fenomeno strutturale che ha radici culturali profonde e pervasive e che, in quanto tale, necessita di interventi strutturali, continui e integrati tra vari soggetti”.
I dati ufficiali, forniti dall’Istat e relativi al lockdown dei mesi scorsi, sono allarmanti ed indicativi di un problema tutt’altro che sconfitto.
Secondo i dati Istat durante il lockdown della scorsa primavera sono state 5.031 le telefonate valide al 1522, il numero verde attivo 24 ore su 24 per le richieste di aiuto e sostegno delle vittime di violenza e stalking, il 73% in più sullo stesso periodo del 2019.
Nelle Marche, tra marzo e giugno, ben 286 donne hanno telefonato a questo servizio.
Tra queste, 127 erano state vittime di violenza. Cifre più che raddoppiate rispetto allo stesso periodo dello scorso anno.
Le vittime che hanno chiesto aiuto sono 2.013 (+59%).
Ben oltre 1.200 donne in più si sono rivolte ai centri anti-violenza D.i.Re in poco più di un mese, dal 2 marzo al 5 aprile scorso.
Dati che confermano quanto la reclusione in ambienti domestici già segnati dal disagio abbiano esacerbato o innescato situazioni di violenza.
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