“Investire in opere pubbliche a Senigallia non significa semplicemente fare debiti”
"Contrarre mutui per realizzare opere non è paragonabile a creare un buco di bilancio"
Dopo aver letto, su alcuni giornali, che il Comune ha circa 33 milioni di debiti e questi sarebbero stati causati dagli ultimi anni di amministrazione, è bene fare il punto della situazione per chiarire alcuni aspetti.
Per chi non conosce i bilanci, per chi non si è mai cimentato con i conti della pubblica amministrazione è facile paragonare il contrarre mutui a “buchi” di bilancio del Comune. In realtà questo non è cosi, e lo dimostrano i dati.
Dal 2010 ad oggi, infatti, non sono stati praticamente più accesi mutui, per l’impossibilità dovuta dal patto di stabilità e dagli stringenti vincoli di bilancio degli anni 2011-2016 in particolare, che impedivano di fatto questo tipo di esercizio.
Il tutto deve essere letto da un lato positivamente, a nostro avviso, ma dall’altro come un limite poiché si è impedito a quasi tutti i comuni italiani di investire su opere pubbliche, di avere una visione di città che si spinge al di là della ricerca di uno spazio per i parcheggi o della messa in funzione di telecamere per videosorveglianza.
Avere visione della città significa, anche attraverso l’utilizzo dei mutui, investire per il futuro per una città di tutti e che sappia soddisfare le esigenze della cittadinanza. Così è stato negli anni a Senigallia.
Questi mutui spesso sono stati cofinanziati da fondi sovracomunali, regionali, ministeriali o europei: questo vuol dire tassi di interessi vantaggiosi, accesso ad un piano di ammortamento agevolato e altri tipi di agevolazioni.
Nel nostro Comune, per essere più concreti e per far capire meglio ai cittadini quando sono stati contratti mutui e per quale fine vi citiamo alcuni esempi:
– Sistemazione ed allargamento strada Saline – 513.084,77 euro accensione il 26/04/1996 ed estinzione il 31/12/2045
– Ampliamento scuola Leopardi – 245.354,12 euro accensione il 26/04/1996 ed estinzione il 31/12/2045
– Costruzione scuola materna Capanna – 388.978,50 euro accensione il 26/04/1996 ed estinzione il 31/12/2045
– Realizzazione biblioteca comunale – 1.951.174 euro accensione il 18/09/1996 ed estinzione il 31/12/2045
– Riqualificazione via Carducci – 945.000 euro accensione il 17/03/2005 ed estinzione il 31/12/2043
Se l’amministrazione comunale pensa che investire in opere pubbliche sia semplicemente “fare debiti”, la prossima volta che deve rimettere a posto una strada, mettere a norma sismicamente una scuola, rimettere a posto le fogne, può sempre dire che non ci sono i soldi e quindi non se ne fa nulla.
Sarebbe in linea con quanto dichiarato nel primo mese e mezzo di (non) governo della città.
Per concludere è bene ricordare che i debiti del Comune sono stati ridotti da 50.000.00 (anno 2010) a 33.000.00 (anno 2019) in soli 10 anni: Quindi abbiamo tagliato il debito del 35% circa, che tradotto in Euro sarebbero 17.000.00. Una cifra enorme, facile da comprendere, anche per chi di conti pubblici ne mastica poco.
Se non investisse, in pochissimo tempo tornerebbe ad essere la città di venti anni fa.
Le opere che lei ha descritto (tranne le vetrate utilissime per salvaguardare un pezzo di storia che è la pescheria del foro annonario)sono a bilancio,compreso l'utile open municipio (costo 5000 euro ad anno) x la trasparenza delle operazioni comunali,ed i dipinti di Ippolito che fanno parte dell'arte,di cui la città vive.
La spesa approvata per l’acquisto delle nuove opere di Ippoliti è stata compartecipata, per l’ammontare di diecimila euro, dalla Banca di Credito Cooperativo di Pergola e Corinaldo,mentre il resto non a mutuo.
Quello che lei ha scritto è solo propaganda.
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